Sala d’Ercole ripiomba nel caos. Pomo della discordia lo scottante tema della sanità.
L’aula, praticamente inattiva dall’approvazione smembrata della manovra quater, risalente a circa un mese fa, il 9 ottobre scorso, si è riunita oggi per svolgere le interrogazioni e le interpellanze della rubrica “Salute”. Una giornata dunque intensa per l’assessore Daniela Faraoni, che questa mattina ha preso parte anche alla seduta della I Commissione Affari Istituzionali, presieduta da Ignazio Abbate, per il via libera alla nomina di Alberto Firenze a direttore generale dell’Asp di Palermo, orfana di una guida al vertice dallo scorso gennaio, con l’ingresso nella giunta Schifani proprio di Faraoni (CLICCA QUI).
La seduta ha preso così il via con le interrogazioni calendarizzate per questo pomeriggio, alcune delle quali risalenti ad agosto 2023. Faraoni ha così risposto alle richieste di chiarimenti avanzate dai deputati, come quella relativa all’ospedale di Corleone, del leader di Controcorrente Ismaele La Vardera, o sui pazienti celiaci della dem Valentina Chinnici.
Con il passare dei minuti, però, il clima è diventato sempre più teso, con gli esponenti delle opposizioni su tutte le furie. Le accuse rivolta all’assessore sono quella di rispondere a interrogazioni fin troppo datate e il non proferire parola sui recenti e odierni casi di cronaca, relativi alle indagini dei Ros dei carabinieri su appalti truccati che vede tra i 18 destinati della richiesta di arresti domiciliari della Procura di Palermo non solo il coordinatore politico di Noi Moderati Saverio Romano, Totò Cuffaro e Carmelo Pace, rispettivamente segretario nazionale e capogruppo all’Ars della Democrazia Cristiana, ma anche figure di spicco del mondo della sanità siciliana: l’ex manager dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, dimesso lo scorso gennaio, Roberto Colletti; il direttore generale dell’Asp di Siracusa Alessandro Mario Caltagirone; il direttore dell’ospedale Umberto I di Siracusa Paolo Bordonaro; il dirigente amministrativo provveditorato Asp di Siracusa Giuseppa Di Mauro; il bed manager dell’Asp di Siracusa Vito Fazzino; il direttore del Trauma center di Villa Sofia Antonio Iacono; il dirigente amministrativo del presidio ospedaliero Avola-Noto Paolo Emilio Russo. Contestati a vario titolo i reati di associazione per delinquere, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione e turbata libertà degli incanti.
Tensioni che hanno portato alla sospensione dell’aula per qualche secondo da parte del vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola. “Siamo in una situazione di grande paradosso“. Ha esordito alla ripresa il capogruppo del Partito Democratico Michele Catanzaro che ha poi continuato: “Mentre dibattiamo su interrogazioni del 2023 e 2024, che da due anni hanno bisogno di una risposta, più volte abbiamo chiesto in conferenza dei capigruppo al presidente Schifani di venire in aula a parlare di un tema che non riteniamo non più rinviabile nei confronti della Sicilia e dei siciliani, oggi ancora di più viste le notizie di questa mattina. Come aula e come opposizione siamo costretti a doverci fermare non possiamo accettare un atteggiamento, come se non ci fosse nulla, di menefreghismo verso il Parlamento. Riteniamo assurdo di ascoltare ancora integrazioni del 2023 e 2024. Se non si sospende la seduta, la abbandoniamo noi perché non ci stiamo più su questo silenzio“.
PD, M5S e Controcorrente hanno così abbandonato l’aula davanti agli occhi dell’assessore Faraoni. La rubrica “Salute” è stata completata, davanti ai banchi vuoti dell’aula, con la trasformazione in forma scritta delle interrogazioni.
“Schifani non può venire all’Ars solo per mettere insieme i cocci della sua maggioranza a pezzi. Venga in aula a rispondere ai deputati sulla sanità che precipita, a maggior ragione alla luce degli arresti chiesti oggi dalla magistratura, che non fanno certo bene non solo alla sanità, ma alla Sicilia intera“. Ha dichiarato il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca. “A stento, oggi siamo riusciti a prendere la parola io e il collega Sunseri. Gli altri non hanno nemmeno potuto farlo. E cose da dire ne avremmo, soprattutto da chiedere a Schifani, che si sottrae alla nostra richiesta di una seduta d’Aula dedicata ai disastri della sanità, che chiediamo da più di un anno e che il Presidente si era pure impegnato ad affrontare, salvo poi non mantenere la promessa. La sanità non è un terreno di manovre politiche: è la vita dei cittadini, è il diritto alla cura che oggi viene calpestato. Schifani venga in Aula e renda conto delle sue scelte, che stanno costringendo i siciliani a scappare anche per potersi curare“.



