Un “patto di linguaggio” tra il mondo della scuola e quello dell’impresa, l’ha definito il sindaco della Città Metropolitana di Palermo Leoluca Orlando; “una necessaria alleanza tra comunità spesso imbrigliate in una logica di vasi chiusi“, l’ha chiamata l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione Roberto Lagalla.
Una “intesa” tra cultura e operatori dell’economia che per Orlando e Lagalla va perfezionata e pensata come “opportunità” in una fase difficile e di crisi per via della pandemia da Covid-19. Una sorta di “appello” istituzionale quello che è venuto fuori nel corso dell’incontro ‘La scuola ai tempi del Covid-19‘ organizzato dal Distretto produttivo della Meccatronica in Sicilia a Palermo, nei cantieri culturali della Zisa, al quale hanno partecipato anche il presidente del Distretto Antonello Mineo, la dirigente del liceo linguistico ‘Cassara”, oltre a numerosi presidi e delegati del mondo della scuola.
“Meccatronica ci dà la possibilità di avere consapevolezza che il mondo della formazione è la punta dell’iceberg della cultura. La domanda è: qual è oggi il rapporto tra cultura ed economia – ha detto Leoluca Orlando – E’ il tema centrale, che subisce un profondo cambiamento per effetto di questa pandemia, perché le grandi tragedie possono diventare una occasione di innovazione“.
“Oggi abbiamo di fronte un nemico che pretende l’alleanza come cifra distintiva della nostra strategia di contrasto – ha avvertito l’assessore Lagalla – Non è pensabile che la scuola, l’impresa, la politica da soli possano avere la presunzione di superare separatamente una crisi di questo spessore”.
Un concetto rilanciato dal presidente di Meccatronica Sicilia, Antonello Mineo, che nei giorni scorsi aveva lanciato un appello alle Istituzioni per un “Patto made in Sicily’: “Questa emergenza impone il connubio tra scuola e imprese. In Sicilia, come in Italia, non si producevano Dpi, era tutto ‘made in Cina’ – ha affermato Mineo – Ci e’ stato chiesto un contributo per la riconversione delle aziende. Lo abbiamo fatto senza soldi pubblici. Mentre arrivavano mascherine dalla Cina senza sapere chi le avesse prodotte e con quali materiali, noi sottoponevano le nostre produzioni all’Inail, all’Istituto superiore di sanita’, ai laboratori d’analisi autorizzati. Lavoriamo ogni giorno perche’ l’isola sia autosufficiente nella produzione di Dpi ‘made in Sicily'”.