La Super Zes diventerà presto realtà. Pilastro della legge di Stabilità, l’istituzione della la Zona economica speciale unica nell’Isola, potrebbe rivelarsi ben presto un toccasana per le imprese siciliane. Un argomento che aveva già catturato tutte le attenzioni nella prima metà del 2025, con le lunghe interlocuzioni in III Commissione Attività produttive, presieduta da Gaspare Vitrano. Passato in secondo piano tra manovra ter, pausa estiva, manovra quater e spaccature profonde nel centrodestra, il tema era riapparso in occasione del Defr, il Documento di economia e finanza regionale per gli anni 2026-2028, per poi entrare a gamba tesa nel testo della Finanziaria, già nella sua versione embrionale varata in giunta.
L’articolo 4 della Manovra è stato tra i più chiacchierati in questa lunga maratona tra le mura di Sala d’Ercole. E non sono mancati gli scontri accesi. Restano impresse le dure critiche del leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca, che ha fatto della semplificazione in campo burocratico una delle sue principali bandiere, rivolte all’assessore all’Economia Alessandro Dagnino. Dopo tante riscritture è arrivata la giusta quadra.
La misura, che assorbe il ddl già incardinato in aula e sfornato dalla III Commissione, adesso, dovrà attendere i decreti dalla giunta per la definitiva attuazione. L’applicazione della Super Zes ricopre così un’importanza non indifferente per il tessuto economico dell’Isola e si intravedeva già tra le righe della Nadefr, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza: “La disposizione, proposta, potrà potenziare le misure di semplificazione amministrativa, corredandole con una leva finanziaria strategica prevedendo la possibilità di concedere contributi, anche nella forma di contribuzione a fondo perduto, a favore delle nuove imprese che scelgono di localizzare i propri investimenti e le proprie attività produttive all’interno delle aree perimetrate. La misura è volta a stimolare attivamente l’attrazione di capitali e la nuova occupazione, agendo da volano per lo sviluppo economico dei territori interessati“.
Ma cerchiamo di andare nel dettaglio per comprendere meglio il quadro generale.
L’articolo 4 della Finanziaria
Cosa prevede la norma approvata?
La misura, per la quale è autorizzata una spesa nel limite massimo di 200mila euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2026, 2027 e 2028, si avvale delle facoltà previste dalla legge nazionale, che a partire dal 1° gennaio 2024 ha introdotto la Zes Unica. Secondo l’articolo 14, infatti, “ciascuna Regione interessata può presentare al ministro per gli Affari europei, Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, al ministro per la Pubblica amministrazione e al ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa una o più proposte di protocollo o di convenzione per l’individuazione di ulteriori procedure semplificate e regimi procedimentali speciali”.
Entro 90 giorni dall’entrata in vigore, l’assessore regionale alle Attività produttive, di concerto con l’assessore regionale all’Economia e con l’assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, dovrà presentare in giunta uno o più schemi di proposte di protocollo o convenzione, nei quali dovranno essere individuate dettagliatamente le procedure oggetto di semplificazione, le norme di riferimento e le amministrazioni interessate. Le proposte di protocollo o convenzione saranno sottoposte, nei quindici giorni successivi, al parere delle competenti Commissioni dell’Ars. Gli schermi di proposte includono la previsione di protocolli per l’istituzione di misure di legalità nelle aree interessate. Entro sessanta giorni, la proposta dovrà essere presentata dal presidente della Regione al ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, al ministro per la Pubblica amministrazione e al ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, per la stipula di protocolli o convenzioni.
Il governatore avrà anche la facoltà di esercitare poteri di impulso di assicurare la tempestiva conclusione dei procedimenti amministrativi. Per l’attuazione della Super Zes, la Regione potrà avvalersi di enti regionali o società dalla stessa partecipate aventi finalità di promozione degli investimenti, appositamente individuati con il decreto del presidente della Regione, sentito l’assessore regionale per l’Economia e l’assessore regionale per le Attività produttive. In tal senso saranno previsti 150mila euro da iscrivere in appositi capitoli di nuova istituzione nello stato di previsione della spesa del bilancio regionale da assegnare alla segreteria generale della presidenza della Regione.
Per il 2026 sarà istituito un fondo da 10 milioni di euro, presso all’assessorato all’Economia, da destinare alle agevolazioni e per garantire su tutto il territorio siciliano, fino a concorrenza della risorse del Fondo stesso, il massimale di percentuale consentito dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 e nel limite massimo di spesa definito ai sensi e con le procedure previste dalla normativa statale. Il Fondo concorre, con modalità sussidiarie aggiuntive, per gli investimenti effettuati nel territorio della Regione Siciliana, allo stanziamento previsto dallo Stato nell’ambito della Zes Unica per il Mezzogiorno ed è riservato esclusivamente agli operatori economici che abbiano almeno un’unità produttiva ubicata nel territorio regionale e che si impegnino a mantenerla in attività per almeno cinque anni successivi a quello del riconoscimento del presente beneficio. Le somme saranno trasferite all’Agenzia delle Entrate previa stipula di apposita convenzione con la stessa da parte del direttore generale del Dipartimento delle finanze della Regione.
Le disposizioni per attuare la misura saranno individuate attraverso decreto dell’assessore all’Economia, di intesa con l’assessore alle Attività produttive, previo parere delle competenti Commissioni dell’Ars
Cos’è la Zes Unica
Obiettivo della Zona economica speciale è quello di tendere una mano al tessuto imprenditoriale locale, passando attraverso la crescita della sua attrattività per gli investimenti e gli insediamenti produttivi. Nel caso specifico della siciliano parliamo di un settore che vede come parte essenziale i suoi distretti produttivi (25 quelli in totale riconosciuti dalla Regione) e i suoi agglomerati industriali (oltre 30).
La Zes Unica, considerata un’importante opportunità per l’Isola, ha una storia abbastanza recente, istituita con il Decreto Sud (decreto legge 124/2023), unendo così le 8 Zes esistenti al fine di promuovere un più ampio coordinamento e integrazione del complesso delle risorse stanziate e rendere l’area più attrattiva anche sul piano internazionale, la riforma ha inteso superare la suddivisione e passare ad uno strumento completamente rinnovato, comprendente le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Le Zes, infatti, sono state introdotte in Italia nel 2017 e diventate operative dal 2021 per rilanciare gli investimenti nelle Regioni meno sviluppate e in transizione del Paese. Con decreto legge 91/2017 vengono definite come zone geograficamente delimitate e chiaramente identificate all’interno dei confini dello Stato, costituite anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale e che comprendano almeno un’area portuale collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). All’interno die queste aree, che in Italia coincidono con le zone limitrofe ai porti per un totale di 23mila ettari, le aziende già operative e quelle che si sono insediate hanno potuto beneficiare di specifiche agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative.
Dati e numeri
Tra il 2022 e il 2023, secondo i dati riportati all’interno dell’ultimo report Ambrosetti, le 8 Zes italiane hanno contribuito a favorire investimenti per un totale di quasi 2 miliardi di euro e ricadute occupazionali dirette potenziali superiori alle 6mila unità, con una forte variabilità tra i diversi territori. In tal contesto, le Zes di Sicilia Orientale e Occidentale hanno raggiunto nel complesso 197,5 milioni di euro di investimenti attraverso 52 autorizzazioni uniche (seconda dietro alla Zes Campania che ne registra il doppio e terza per importi Au dietro alla Zes Adriatica).
Tra le novità introdotte, nel 2023, una delle più importanti è quella relativa alla governance, che ha previsto l’istituzione di una cabina di regia presso la presidenze del consiglio dei ministri con compiti di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio. La Struttura di Missione, presieduta da un unico coordinatore, svolge un fondamentale ruolo di indirizzo: coordinando la segreteria tecnica della Cabina di Regia; svolgendo le funzioni di amministrazione necessarie al rilascio dell’AU; elaborando uno schema efficace di Piano Strategico.
Il Piano Strategico della Zes Unica del Mezzogiorno è stato presentato il 26 luglio 2024 ed approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il 31 ottobre 2024. Esso definisce la strategia per la Zes, i settori da promuovere e gli strumenti previsti a sostegno delle imprese già esistenti. Tra gli obiettivi espliciti da raggiungere quello di superare le Zes “generaliste” in favore di una Zes “specialistica” o mista, favorendo uno sviluppo industriale del Sud più armonico ma anche stimolando una maggiore produttività.
In un anno di operatività, alla data in cui è stato redatto l’ultimo report Ambrosetti, la Zes Unica del Mezzogiorno ha rilasciato 620 AU, con un aumento del +122,2% rispetto alle AU rilasciate dalle 8 Zes in un anno e mezzo di operatività (279), mantenendo una forte variabilità tra i territori. In particolare, la Sicilia si è posizionata al 3 posto per Autorizzazioni Uniche rilasciate (x1,8 volte la AU rilasciate nelle Zes di Sicilia Orientale e Occidentale), per importi delle AU (x 1,9 volte gli investimenti attivati nelle Zes di Sicilia Orientale e Occidentale) e per ricadute occupazionali registrate sul territorio.
Una recente novità che andrà a condizionare l’operatività della Zes è rappresentata dall’istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del nuovo Dipartimento per il Sud, che ingloba la precedente Struttura di Missione Unica Zes segnando un’evoluzione significativa nella governance delle politiche per il Mezzogiorno. La nuova struttura avrà il compito di indirizzare, coordinare e promuovere l’azione strategica del Governo a favore delle sviluppo del Sud, rafforzando il presidio istituzionale e la coerenza delle iniziative territoriali. Pur nel cambio di assetto, la Zes Unica del Mezzogiorno manterrà un ruolo centrale e pienamente operativo, come confermato dallo stanziamento di 2,3 miliardi di euro previsto dalla Manovra 2026.





