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La minaccia

La Sicilia corre ai ripari contro la ‘formica di fuoco’, al via il coordinamento tra Regione e ricercatori per fermare la specie invasiva

sabato 22 Novembre 2025
Giusi Savarino

La scoperta della Solenopsis invicta, la cosiddetta formica di fuoco, ha acceso un allarme diffuso in Sicilia.

Dai primi rilievi scientifici, che nel 2023 documentarono decine di nidi attivi nell’area siracusana, alla risposta istituzionale più recente, passando per le segnalazioni di agricoltori e cittadini (CLICCA QUI). La questione non è più solo entomologica, rischi sanitari, danni all’agricoltura e potenziali problemi a infrastrutture e biodiversità hanno spinto la Regione Siciliana a muoversi con un piano d’azione e, nelle ultime settimane, con una campagna di coinvolgimento diretto dei cittadini.

È operativa, infatti, dal 13 novembre, la web app della Regione (CLICCA QUI) per inviare segnalazioni e contrastare la diffusione della formica di fuoco in Sicilia. Il lancio della piattaforma digitale rientra all’interno del Piano di azione per l’eradicazione di questo insetto, messo a punto dall’assessorato regionale del Territorio e dell’ambiente, concordato con il ministero dell’Ambiente e avviato nei mesi scorsi. L’applicazione, presente sul sito www.formicadifuoco.it, consente di caricare una fotografia e di segnalare in tempo reale, grazie al sistema di geolocalizzazione, l’avvistamento di un formicaio sospetto.

Le segnalazioni saranno analizzate da un team di ricercatori dell’Università di Catania che, in caso di conferma, attiveranno tutte le procedure necessarie per l’intervento di eradicazione. Un meccanismo semplice che permetterà di pianificare interventi mirati, riducendo l’impatto ambientale ed economico, e di salvaguardare l’agricoltura e la biodiversità del territorio.
Giusi Savarino

“Il governo regionale – afferma l’assessore Giusi Savarino – ha attuato una strategia di contenimento ed eradicazione della formica rossa che vede la partecipazione di soggetti istituzionali e accedemici. Oggi facciamo partire una campagna di comunicazione e la web app con le quali invitiamo tutti i siciliani a collaborare attivamente segnalando l’avvistamento di questo insetto che può causare danni all’uomo e all’agricoltura. È la prima volta che i cittadini vengono coinvolti nel processo di contrasto alla diffusione di questa specie aliena. È una sfida che, in questo modo, contiamo di combattere insieme”.

Il Piano è realizzato dall’assessorato in collaborazione con il dipartimento Agricoltura, alimentazione e ambiente dell’Università di Catania, il Corpo forestale, l’Istituto zooprofilattico sperimentale, il Servizio fitosanitario e lotta all’agropirateria e il Comitato scientifico composto da rappresentanti del CREA e da altri enti di ricerca. Sono previsti interventi scientifici e tecnici sul campo, azioni di monitoraggio, eradicazione e ricerca, l’attivazione della web app e l’avvio della campagna di comunicazione “Tu la segnali, noi interveniamo“. In particolare, lo slogan della campagna di comunicazione “Fermiamola con un click”, sintetizza bene lo spirito del progetto e l’importanza della collaborazione di tutti cittadini.

Ma di cosa si tratta?

La specie, originaria del Sud America, è considerata una delle 100 specie invasive più pericolose al mondo. Studi condotti da università italiane e da team internazionali hanno nel 2022–2023 individuato numerosi formicai nella zona di Siracusa e dintorni, la prima segnalazione certa per l’Europa. L’ipotesi prevalente è che le formiche siano arrivate accidentalmente tramite traffici marittimi e si siano poi insediate in zone con clima favorevole.

Negli ultimi mesi le segnalazioni si sono estese e la Regione Siciliana ha dichiarato l’emergenza per alcune aree orientali dell’isola. Sono stati trovati nidi in più punti del siracusano, ovvero Avola, Noto e aree limitrofe, e la preoccupazione riguarda sia l’espansione territoriale sia la difficoltà di identificare e distruggere tutti i focolai in tempi rapidi.

Quali sono i rischi concreti?

Sanità pubblica e sicurezza individuale. Le punture sono dolorose, possono provocare vescicole e, nei casi di soggetti allergici, reazioni gravi fino allo shock anafilattico. Ci sono segnalazioni locali di punture multiple su persone e animali.

Agricoltura e zootecnia. Le colonie possono danneggiare semi, radici e frutti, riducendo rese; possono inoltre interferire con impianti di irrigazione e infrastrutture agricole, con perdita di prodotto e costi per disinfestazioni e controlli.

Biodiversità. Trattandosi di un predatore generalista con colonie numerose, la Solenopsis invicta può alterare catene trofiche locali, competere con specie autoctone e diminuire la diversità di invertebrati e piccoli vertebrati.

Infrastrutture. In altre aree del mondo questa specie è stata segnalata come potenziale rischio per impianti elettrici o componenti meccaniche, attrazione per cavi ed elettrodomestici, con possibili guasti e costi per manutenzione.

Gli scienziati sottolineano che l’efficacia dell’eradicazione dipende molto dalla tempestività, intervenire infatti sui primi nidi è fondamentale, l’assenza di predatori naturali in Sicilia rende più difficile il contenimento naturale. Inoltre, la gestione richiede risorse umane e tecniche costanti, ovvero sorveglianza, bonifiche ripetute e una strategia coordinata a livello europeo per evitare reinfestazioni via scambi commerciali.

La situazione siciliana riassume un nodo cruciale delle moderne invasioni biologiche. L’efficacia delle contromisure dipenderà ora da due fattori, la capacità tecnica e organizzativa della Regione di monitorare e bonificare i focolai e la partecipazione informata e tempestiva dei cittadini.

L’assessore Giusi Savarino ha puntato sul coinvolgimento diretto della popolazione e sul coordinamento istituzionale; la sfida, sul piano scientifico ed economico, rimane però lunga e complessa.

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