Grande successo al cinema multisala “Al Politeama” di Palermo per la prima di “1768 giorni”, il documentario inedito sugli ultimi 7 anni di Totò Cuffaro.
Il film, prodotto dal regista Marco Gallo, è stato proiettato oggi alle 18 ed è stato accolto calorosamente dal pubblico. Il ricavato della serata sarà interamente devoluto all’associazione “Aiutiamoilburundi onlus” e contribuirà a far vivere e studiare i tanti bambini orfani del Burundi.
Un viaggio on the road dal quale emerge il lato umano del politico, passato dal potere al carcere fino alla riabilitazione. Dagli anni della militanza nella DC e il bagno di folla che lo ha sostenuto fino all’elezione alla presidenza della Regione Siciliana nel 2001. Poi l’inchiesta per mafia, la rielezione nel 2006 alla presidenza, la condanna in primo grado per favoreggiamento semplice e le dimissioni. Con la condanna definitiva a sette anni, per favoreggiamento aggravato alla mafia, si aprono le porte del carcere. Quattro anni e 11 mesi trascorsi in una cella di Rebibbia, quindi la laurea in giurisprudenza, la vita in campagna e le missioni come medico volontario in Burundi. Fino al rilancio della Dc e alla riabilitazione con l’estinzione dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici decisa dal Tribunale di sorveglianza di Palermo. C’è questo e tanto altro nel docufilm ‘1768 giorni’.
Tante le autorità presenti in sala, tra cui il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e l’ex governatore Raffaele Lombardo. È la prima volta che Cuffaro e Lombardo si mostrano insieme in pubblico, per molti anni i due avevano interrotto in rapporti. “Ci siamo riavvicinati più o meno un anno fa“, ha affermato Cuffaro ail Coordinatore regionale DC.
“Se non ci fosse Totò Cuffaro occorrerebbe inventarlo, non è uno slogan ma è una cosa che sento. Ci lega un rapporto che nasce da tanto tempo, ci ha visto insieme in momenti delicati e dolorosi della sua esperienza. Se come dice la Costituzione la detenzione ha una funzione rieducativa penso che questo principio non sia stato contemplato per Cuffaro, che non aveva bisogno di essere rieducato“. Così il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, intervenendo dal palco .
“Ho visitato Totò due giorni dopo avere esaurito il ruolo di presidente del Senato – ha raccontato Schifani – quando ero presidente mi disse guai a te se mi vieni a trovare, per evitare polemiche. Ho recepito quella richiesta che veniva da un amico, ma il giorno dopo l’insediamento del nuovo presidente del Senato sono andato a trovarlo, mi regalò il suo secondo libro. Quando lasciò la detenzione, si fece in auto da Roma a Palermo: io lo chiamavo di continuo, ero preoccupato. Totò Cuffaro è un uomo forte di spirito e di principio. Totò la politica ce l’ha nel sangue, non gioca a svicolare, dice quello che pensa, mi sono sempre trovato bene. Sta dando un grande sostegno all’azione del mio governo, attraverso i suoi assessori. So bene quanto ha condiviso la mia candidatura, fu il primo a sostenere la mia candidatura prima che lo dicesse il mio partito. Io non dimentico“.