È parcheggiato all’Ars e rischia di non vedere la luce. L’ormai noto e famigerato ‘collegato’ alla finanziaria, secondo Vincenzo Vinciullo, presidente della commissione Bilancio si trascina stancamente con tutto quello che dalla legge originaria era stato stralciato per dare risposte con un successivo intervento:«Non vorrei che tutto l’ostruzionismo che c’è sul collegato, dipenda dalla vicenda della fusione del Cas e dell’Anas, molti ne hanno fatto la battaglia più importante e significativa, il governo si è presentato con un emendamento che copiava su quest’argomento una mia proposta di legge. Un’assenza di idee e di programmi assoluta».
Il presidente della commissione Bilancio respinge l’accusa che nel ‘collegato’ ci siano ‘i saldi di fine stagione’ e le clientele della maggioranza: «Non si tratta di alcuna clientela. Quando si affrontano argomenti legati al personale della Regione, o i forestali, si tratta di temi generali e di categorie, non ‘ad personam’».
Vinciullo poi, sugli ’straordinari’decisi dalla Corte dei conti dopo i rilievi mossi sabato, fornisce una chiave di lettura diversa, persino ottimistica, affidandosi a una metafora ‘forte’:«Io ho letto in senso positivo la decisione della Corte. Attraverso i cinque capi di imputazione era come se fosse stato chiesto l’ergastolo per il governo e la politica siciliana. Su questo di fatto la Corte ha respinto la richiesta, su questo non vi diamo neanche la possibilità di proseguire le indagini. Certo su due punti occorreranno chiarimenti. C’è anche un contrasto tra quello che ha detto il procuratore davanti alla Corte e quello che ha scritto. Siamo entrati davanti alla Corte con la relazione che evidenziava sofferenza, ma approvava il bilancio, la requisitoria ha detto poi un’altra cosa»
Su Riscossione Sicilia Vinciullo non vuole tornare sulla polemica con l’amministratore unico Fiumefreddo, ma al tempo stesso precisa:«L’Ars non ha avuto alcun problema con la società. L’amministratore ha tenuto un comportamento che non ci ma messo nelle condizioni di continuare, la Regione, socio di maggioranza, poi ci ha portato altri dati. Sul fatto che bisognava verificare il quadro generale prima di assegnare alla società nuove risorse, come io sostenevo, credo adesso non ci siano molti dubbi».
Sul quadro politico generale Vinciullo dissimula particolari tensioni, senza però rinunciare all’ipotesi ghiotta per la sua area politica di dare le carte nella mano importante che riguarda la scelta del prossimo candidato per Palazzo d’Orleans: «È necessario che il centro dia vita a un grosso schieramento. Quando si fece la legge con lo sbarramento del 5%, si capì subito che questo gruppo avrebbe avuto la possibilità di aggregare oltre le ali estreme della politica. Oggi se si trova un personalità che unisce, o un ticket vincente tra personalità di centro, come Lagalla e La Via, perché non provarci?».
Sulla sua esperienza alla guida della commissione è soddisfatto:«Gli ultimi tre bilanci sono in attivo senza ricorrere a mutui e senza indebitarci. Non succedeva da 41 anni. Abbiamo inoltre azzerato l’Irap, la quota siciliana e portato l’Irpef dallo 0.50 allo 0.27, scontrandoci con il governo, ma portando a casa il risultato»
Infine, sulle attività parlamentari a rilento Vinciullo conclude:«Se i parlamentari non vogliono andare a casa prima di novembre, c’è da approvare il rendiconto della Regione, di questo passo arriveremo a ridosso di ferragosto, ma non vedo alternative».