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Le criticità

L’Ars riparte dalla riforma della dirigenza regionale: è tiro alla fune tra fascia unica e fascia doppia 

giovedì 2 Gennaio 2025

La riforma della dirigenza regionale torna alla ribalta. Concluso il tour de force della Finanziaria, le Commissioni dell’Assemblea regionale siciliana tornano a lavorare a pieno regime. Il 2025 sarà un anno ricco di tematiche da affrontare, tra vecchie e nuove conoscenze, nella speranze che possa essere finalmente trovata una quadra sulle vicende più spinose come le ex Province, la riforma degli Enti locali o quella sui Consorzi di bonifica, giusto per citare qualche esempio. Ad esordire e inaugurare la nuova stagione sarà, però, la discussione sui dirigenti regionali. 

Terminati anche i festeggiamenti dell’Epifania, all’ordine del giorno in Commissione Affari Istituzionali fiocca la valutazione degli emendamenti presentati al disegno di legge sulla riforma della dirigenza regionale. Annunciata a inizio settembre (CLICCA QUI), l’iter della riforma è partito con serrati confronti con i sindacati, con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Cobas, Sadies, Siad, Ugl e Dirsi che hanno espresso nel corso degli incontri le proprie perplessità su alcuni punti cruciali del testo.

La partita si gioca tutta su un nodo principale, sul qualche dipenderà l’intera tempistica: la fascia unica. Una “lotta aperta” tra il direttore generale e il governo, che ha concordato la riforma con Roma. I dirigenti uscenti, infatti, così come i sindacati, puntano tutto sulla doppia fascia: gli attuali dirigenti andrebbero riconosciti tra le fila della prima fascia, mentre gli entranti come seconda fascia. Di altro parere il governo regionale che, in linea con le indicazioni nazionali, porta avanti la fascia unica.

Tutto dipenderà dal lavoro in I Commissione, se la maggioranza di blinderà attorno al provvedimento approvato in giunta sulla fascia unica o se le richieste dei sindacati, che a loro volta accusano il governo di uno scarso coinvolgimento, verranno accolte. Il presidente della Commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate ha già dettato i tempi: martedì 7 e mercoledì 8 saranno definiti gli emendamenti, martedì 14 si procederà all’approvazione. “E’ una riforma importante per far sì che i concorsi partano il prima possibile. Approveremo la riforma in tempi brevi – ha dichiarato Abbate – anche se ci sono alcune discordanze tra il governo e i sindacati. E’ importante accelerare l’iter per approvare il testo il prima possibile, speriamo entro martedì 14, e vedremo se sarà possibile aprire alle richieste dei sindacati, se non entrano in contrasto con gli impegni presi dalla Regione con il governo nazionale, evitando di mettere in dubbio il via libera da parte di Roma“.

Ma cosa prevede la norma più nel dettaglio? 

La riforma, che interviene a distanza di oltre venti anni dall’ultima legge regionale del 2000, è finalizzata ad allineare l’ordinamento della dirigenza a quella di tutti gli enti del comparto funzioni locali e, al contempo, a eliminare le criticità determinate dal mantenimento della cosiddetta terza fascia dirigenziale, sconosciuta nel panorama nazionale e la cui durata era stata concepita come transitoria.

Un cambio di passo all’interno dell’amministrazione regionale è da valutare sul fronte del reclutamento di nuove risorse umane, per donare nuova linfa al comparto. A oggi, infatti, servirebbero 752 dirigenti, per dare benzina alla macchina amministrativa regionale, che attualmente ne conta soltanto 600.

Il ddl prevede che il ruolo unico della dirigenza, istituito con legge del 2000, sia articolato in aree di competenza, al fine di tener conto delle professionalità tecniche necessarie in alcuni rami dell’amministrazione regionale, puntando ad nuova qualifica unica dirigenziale alla quale si potrà accedere solo per concorso pubblico. Va evidenziato che il legislatore regionale ad oggi non ha previsto una dotazione organica differenziata per fasce dirigenziali. Quella attuale non prevede alcuna dotazione di prima fascia e un contingente limitatissimo di dirigenti seconda fascia: solo tre in servizio al 31 dicembre 2023. Il ruolo dei dirigenti dell’Amministrazione regionale, aggiornato da ultimo con un decreto del gennaio 2024, con riferimento ai dirigenti in servizio al 31 dicembre 2023, comprende complessivamente 698 dirigenti, di cui solo tre di seconda fascia e la rimanente parte di terza fascia.

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