E’ drammatica la situazione del mercato del lavoro, a Palermo come in Sicilia. Non un solo indicatore socio-economico fa registrare segnali positivi, se non quelli sulla disoccupazione. Una piaga che dal 2008 ad oggi ha continuano ad allargarsi e a mietere vittime tra i lavoratori e le imprese. E’ quanto emerge dal Focus socio-economico su Palermo e la sua provincia 2008-2016 della Cgil di Palermo e del Cerdfos.
“Una situazione in caduta libera. Da Palermo partono ogni anno 10 mila persone, emigrano verso il Nord e all’estero non solo i giovani più capaci ma anche gli operai specializzati del manifatturiero”, denuncia il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo, che ha presentato oggi il Report presso la Camera del Lavoro di Via Meli con Beppe Citarrella, presidente del Cerdfos e il segretario generale Cgil Sicilia Michele Pagliaro.
Sono stati otto anni difficili per il capoluogo e il comprensorio nei quali si sono persi 44 mila posti di lavoro. Gli occupati, infatti, sono passati da 362 mila a 318 mila, mentre i disoccupati da 74 mila a 107 mila. Numeri ancora più allarmanti se si considera che i disoccupati e gli inattivi sono in tutto 521 mila, ovvero il 44 per cento della popolazione totale. Un dato nettamente distante dalla media nazionale del 27 per cento.
Palermo rafforza la sua connotazione di città che vive di terziario, grazie alla presenza di enti e pubbliche amministrazioni e dove alloggio, ristorazione, sanità e servizi sono i settori che hanno retto durante la crisi economica. Mentre il tessuto produttivo stenta a crescere. Anzi, al contrario, perde costantemente pezzi con 3.781 imprese in meno.
L’andamento della città d’altronde segue quello regionale contraddistinto da un lento ed inesorabile processo di desertificazione industriale, con oltre 30 mila imprese in meno rispetto al 2008, dalla perdita di capitale umano, con oltre 33 mila cittadini cancellati tra il 1995 e il 2016 dalle anagrafi comunali e dalla scomparsa di 126 mila posti di lavoro nello stesso periodo.