Un peschereccio di Mazara del Vallo, il “Principessa Prima”, nel pomeriggio di lunedì è stato affiancato e mitragliato da una imbarcazione con a bordo miliziani libici a circa 20 miglia dalle coste di Bengasi e Derna. Fortunatamente il sangue freddo del comandante, Matteo Asaro, e del suo equipaggio ha scongiurato un sequestro dalle conseguenze imprevedibili.
Il portavoce delle Forze navali libiche che rispondono al Consiglio presidenziale insediato a Tripoli ha sostenuto che pescherecci di diversi paesi come Italia, Egitto e Tunisia «approfittano della situazione caotica, del potere debole e della divisione in Libia per saccheggiare le ricchezze del popolo libico. Questi battelli entrano nelle acque territoriali libiche e pescano in maniera illegale», ha detto all’ANSA il portavoce, generale Ayoub Omar Qassem, rispondendo alla domanda su chi siano le “milizie libiche” che hanno mitragliato il peschereccio siciliano. «Non sono “milizie”, sono forze marittime libiche che proteggono le acque libiche ed esercitano il proprio diritto di controllare la sicurezza della libia ed evitare azioni illegali nelle proprie acque territoriali», ha detto ancora l’ufficiale contattato per telefono. Qassem ha detto di parlare anche a nome della guardia costiera che controlla la parte Ovest della costa libica.
La costa Est, dove si trovano Bengasi e Derna, è però notoriamente sotto il controllo di forze navali che fanno capo al generale Khalifa Haftar, insediato a Tobruk e avversario del Consiglio presidenziale di Tripoli guidato da Fayez Al Sarraj. In giornata non è stato possibile avere una presa di posizione da parte di Tobruk.
Il Presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Giovanni Tumbiolo, oggi ha incontrato gli armatori del peschereccio, Giuseppe Pipitone e Settimo Asaro per esprimere la propria solidarietà: «Insopportabile che la vita dei nostri pescatori – dice Tumbiolo – sia messa seriamente a rischio da veri e propri atti di pirateria. Il grave incidente avvenuto, in acque internazionali, al motopesca “Principessa Prima”, è l’ultimo in ordine temporale di una guerra che da oltre 50 anni affligge la marineria mazarese, la “guerra del pesce”, che ha costi sia umani che economici altissimi. Le Autorità regionali e nazionali mettano in campo tutti gli strumenti finalizzati a creare un clima di dialogo positivo e di cooperazione con le Autorità di tutti i Paesi del Mediterraneo. Intervengano prontamente per tutelare l’incolumità dei nostri pescatori ed evitare epiloghi funesti».
«Esprimo seria preoccupazione – ha aggiunto il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristali – per questo ennesimo attentato che viene effettuato nel Canale di Sicilia a danno dei pescatori siciliani e mazaresi in particolar modo. Rimangono ancora da definire le dinamiche di quanto accaduto ma è evidente che questo episodio è di una gravità inaudita».
L’imbarcazione mazarese aveva a bordo 7 uomini di equipaggio, tutti mazaresi. «Solo la buona sorte e la bravura dell’equipaggio hanno evitato il peggio – aggiunge –. Non è più concepibile che i nostri pescatori, che costantemente danno la loro fattiva collaborazione per il salvataggio di naufraghi, siano oggetto di tentativi di sequestro e addirittura gli si spari addosso. Il nostro Governo nazionale e l’Europa tutta debbono prendere una posizione chiara sull’intera vicenda per garantire l’incolumità di chi, con enormi sacrifici, va per mare per sostenere la propria famiglia».