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Luciano Moggi voleva il Messina: retroscena di un “matrimonio” mancato

martedì 18 Luglio 2017
Luciano Moggi, l’ex re del Calciomercato, poteva essere proprio lui il “salvatore” del Messina Calcio ma esattamente un anno fa, in riva allo Stretto, si è persa forse l’ultima occasione per salvare la squadra giallorossa dal fallimento, con un personaggio molto discusso ma che aveva intenzione di rimettersi in gioco ripartendo dal club peloritano. La strada del fallimento si è materializzata in questi giorni ma di fatto le premesse partono da lontano e il baratro incombeva all’orizzonte già da parecchio tempo, perché non può essere altrimenti in assenza di una programmazione societaria realmente finalizzata a far crescere un club. 
 
La data che, a suo modo, è poi diventata lo spartiacque tra quello che poteva essere e non sarà e con quelle funeste dinamiche poi materializzatesi in questi giorni è il 7 giugno 2016. Poco o nulla si è mai saputo se non di un incontro con i vertici del Messina, nello studio del vicepresidente Pietro Gugliotta e che a quella chiacchierata era presente anche Mario Bonsignore, ex sindaco e dirigente del Messina ai tempi della serie A, amico di Big Luciano. Ma una cosa è certa: Moggi non era in Sicilia per caso quel giorno e, nonostante la spada di Damocle delle vicende giudiziarie di Calciopoli, aveva il sogno di tornare nel mondo del pallone ripartendo da una squadra siciliana. Erano due le strade: il Messina o il Catania. Per questo in mattinata, quel 7 giugno, Moggi incontrò alcuni dirigenti della società etnea, che però stava per passare a Pietro Lo Monaco, e allora poi nel pomeriggio si recò a Messina. Big Luciano credeva nella possibilità di legare il suo nome al Messina e a quegli sportivi messinesi e siciliani che, in fondo, sin dai tempi della Juventus lo hanno accolto da queste parti con gli onori del caso. Ma troppo alte furono le richieste fatte all’ex direttore generale della Juventus e del Napoli per convincerlo della bontà dell’investimento. 
Moggi – dettaglio questo inedito – quel giorno si prese una settimana esatta di tempo per riflettere e per dare la sua risposta sulla possibile acquisizione del Messina Calcio ma alla fine è arrivato il No.
Perché d’altronde non si poteva pretendere la luna per una squadra che era già alle prese con difficoltà economiche e sulla quale bisognava, insomma, fare altri ragionamenti, trovare risorse, sponsor e partner disposti ad aderire il progetto. Moggi non avrebbe avuto difficoltà a trovare compagni di viaggio in quell’avventura ma non voleva sobbarcarsi la zavorra di dover pagare a peso d’oro l’acquisizione del titolo sportivo. Amato e odiato, certamente molto discusso ma indubbiamente competente come pochi altri, cosa avrebbe fatto Moggi alla guida del Messina Calcio? Non lo sapremo mai. L’unica cosa che si sa per certo in queste ore è che si assiste al “funerale” sportivo di un club finito alla deriva e sprofondato dalla Lega Pro al Calcio dilettantistico nell’inferno della D, se non ancora più giù.  
Nelle scorse ore l’imprenditore messinese Francesco Barbera ha incontrato il sindaco Renato Accorinti e l’assessore allo Sport, Sebastiano Pino e nella circostanza Accorinti ha chiesto a Barbera un impegno e un progetto sportivo per far ripartire l’Acr. Barbera ha chiesto, a quanto pare, al primo cittadino di individuare altri cinque imprenditori per allargare i confini di una possibile cordata intenzionata a rilevare la società giallorossa.
Sono stati anche presi contatti con la Figc per capire tempi e margini per effettuare l’iscrizione alla Serie D, visto che occorre versare subito 150mila euro a fondo perduto, 50mila euro per documentazione ed iscrizione. Ancora una volta sarà corsa contro il tempo, con una premessa che sa di enigma già in partenza: ripartire da chi, come e con quali ambizioni? 
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