«È molto importante eliminare la parola “migranti”, considerando i migranti delle persone che sentono il diritto di vivere in luogo diverso da quello in cui sono nati. Come i nostri figli o i nostri nonni che hanno deciso di andare a vivere in un altro paese chiedendo di essere considerate persone umane. Io sono persona, noi siamo comunità: è questo quello che serve per accogliere nel migliore dei modi i campionati di scherma. Persona dal latino significa maschera e sulla pedana siamo tutti uguali, abbiamo tutti la stessa maschera. Questo è un messaggio importante per chi pensa di dividere le persone in base alla religione, alla lingua o al colore della pelle».
Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando nel corso del convegno “La scherma come strumento di integrazione dei popoli del Mediterraneo” in corso a Palazzo Mazzarino nel capoluogo siciliano, nell’ambito dei festeggiamenti dei 110 anni della Fis in occasione dell’edizione numero 100 degli Assoluti di scherma.
Orlando ancora una volta critica la linea del governo nazionale e, in particolare, le politiche del ministro dell’interno Matteo Salvini. Nei mesi scorsi l’iscrizione all’ufficio anagrafe dei richiedenti asilo e stranieri, sfidando il divieto imposto dal decreto sicurezza voluto dal leader della Lega.
Il primo cittadino palermitano ha poi proseguito parlando dell’incontro avuto con il vescovo capo della chiesa evangelica tedesca Heinrich Bedford: «Vengo dalla festa della rottura del digiuno del Ramadan, dove con i musulmani siamo stati a riflettere e pregare. Con me c’era anche il rappresentante della chiesa cattolica protestante. Ieri ho anche ricevuto il vescovo capo della chiesa evangelica tedesca Bedford, che è voluto venire a Palermo per dare la sua solidarietà, per rivolgere con me un appello all’Europa, che non sia soltanto l’Europa delle banche».