Lutto nel mondo della musica. Il celebre direttore d’orchestra e noto volto televisivo, si è spento questo pomeriggio in rianimazione all’ospedale San Camillo di Roma, a seguito di una polmonite e relative complicanze.
I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.
Chi era?
Beppe Vessicchio, all’anagrafe Giuseppe Vessicchio, è nato a Napoli il 17 marzo 1956, in un quartiere popolare, e ha sempre portato con sé la semplicità e l’ironia della sua città. Prima di intraprendere la carriera musicale, aveva intrapreso studi di architettura: un percorso che, come ha raccontato più volte, lo affascinava ma non lo rappresentava fino in fondo.
È stato proprio suo padre, con una frase apparentemente semplice, a fargli capire che la musica era la sua vera strada: “Fai quello che ti fa stare bene, non quello che pensi sia giusto per gli altri”. Da lì in poi, Vessicchio ha scelto di seguire la propria vocazione, con un rigore quasi artigianale e una sensibilità rara.
La sua vita sentimentale è altrettanto solida quanto la sua carriera. Nel 1977 ha conosciuto Enrica, la donna che sarebbe diventata sua moglie. Dopo dodici anni di fidanzamento, i due si sono sposati nel 1989, e da allora sono sempre rimasti insieme. In varie interviste, Vessicchio ha parlato del loro rapporto come di una relazione profonda e autentica, basata sul rispetto e sull’ascolto reciproco.
Nonostante la notorietà, Beppe Vessicchio ha sempre mantenuto un profilo riservato. Raramente espone la sua vita privata sui social, preferendo condividere contenuti legati alla musica, alla direzione d’orchestra e ai giovani talenti. È un uomo che ama la semplicità, la vita familiare, la cucina casalinga, e soprattutto la compagnia delle persone care.
Dietro il volto sorridente e la figura impeccabile del “maestro di Sanremo” c’era un uomo profondamente legato ai suoi affetti, che considera la musica un dono da condividere, non un mezzo per emergere. “Tutto quello che riesco a fare — ha detto in un’intervista — non è mio, è qualcosa che mi viene dato di scoprire”.
Parole che raccontano la sua filosofia: umile, grata, e sempre in ascolto del mondo.
Carriera da arrangiatore e direttore
La carriera di Beppe Vessicchio è una di quelle che si costruiscono con il tempo, la passione e la curiosità. Non nasce come una meteora, ma come una storia di dedizione e amore per la musica.
Negli anni Settanta, i primi passi li muove proprio nella sua città. Collabora con diversi gruppi locali e con alcuni giovani artisti napoletani che, negli anni successivi, diventeranno grandi protagonisti della musica italiana. Tra le prime esperienze, c’è anche quella curiosa con il trio comico-musicale I Trettré: un’avventura leggera ma importante, che gli permette di entrare nel mondo dello spettacolo e di capire come funziona il dietro le quinte della televisione.
Il salto di qualità arriva quando inizia a lavorare come arrangiatore e produttore. La sua abilità nel dare colore e struttura ai brani lo fa notare da artisti importanti. Collabora con Andrea Bocelli, per cui scrive e arrangia “Sogno”, una delle sue canzoni più conosciute; con Zucchero, Mina, Roberto Vecchioni, Ornella Vanoni, Elio e le Storie Tese, Fiorella Mannoia, e molti altri. Era un artigiano del suono, capace di passare dal pop alla musica sinfonica, mantenendo sempre un tocco personale e raffinato.
Ma è con la televisione che arriva la vera notorietà. A partire dagli anni ’90, Vessicchio diventa una presenza fissa del Festival di Sanremo come direttore d’orchestra. Col suo stile pacato, il gesto elegante e la barba inconfondibile, conquista il pubblico, tanto da diventare quasi un’icona pop. Ogni volta che la sua figura appare sul palco dell’Ariston, il pubblico esplode in un applauso affettuoso: “C’è Vessicchio!” è diventato un vero e proprio tormentone nazionale.
Negli anni ha diretto decine di artisti sul palco di Sanremo e ha contribuito a vincere alcune edizioni con brani rimasti nella memoria del pubblico. Per lui, dirigere non è stato solo battere il tempo, ma raccontare la musica con il corpo, con lo sguardo, con la sensibilità. Aveva infatti dichiarato più volte che, per lui, “l’orchestra è una famiglia: ogni gesto è un modo di dire grazie, di fidarsi degli altri”.
Parallelamente alla carriera sanremese, Vessicchio si è distinto anche come compositore e autore di musiche televisive. Una delle più note è la sigla del programma “La prova del cuoco”, che per anni ha accompagnato le mattine di milioni di italiani. Proprio su quel brano, Vessicchio ha portato avanti una lunga battaglia legale per il riconoscimento dei suoi diritti d’autore, che ha vinto, dimostrando ancora una volta quanto creda nella dignità del lavoro artistico.
Il suo talento non si è limitata alla direzione: Vessicchio è stato anche un didatta e ricercatore musicale. È stato docente in vari programmi televisivi, tra cui “Amici di Maria De Filippi”, dove ha seguito e formato giovani cantanti e musicisti. È sempre stato molto amato dagli allievi per la sua calma, la pazienza e la capacità di spiegare la musica come un linguaggio vivo, accessibile a tutti.
Nel corso degli anni ha anche scritto libri divulgativi, tra cui “La musica fa crescere i pomodori”, un titolo che racchiude perfettamente il suo spirito: unire scienza, natura e arte per spiegare come le vibrazioni sonore possano influenzare la crescita delle piante e, più in generale, la vita. Dietro l’ironia del titolo, c’è un vero e proprio pensiero filosofico: la musica come armonia universale, che unisce le persone, la natura e le emozioni.
È stata questa la sua grandezza: la capacità di unire rigore e poesia, tecnica e umanità. In un panorama musicale che cambia continuamente, Beppe Vessicchio resta e resterà una presenza rassicurante e luminosa, il maestro che, con un solo gesto della mano, è riuscito a far sognare un intero Paese.




