Il boss palermitano Gaetano Fontana, figlio dello storico capomafia Stefano Fontana, ha cominciato a collaborare con gli inquirenti.
Scarcerato per decorrenza dei termini nel 2013, finì di nuovo in cella nel 2014. Nel 2017 tornò libero dopo aver scontato una condanna definitiva, ma tre anni dopo fu coinvolto nell’ennesima retata antimafia. Fontana appartiene a una famiglia storica di Cosa nostra palermitana descritta dal pentito Tommaso Buscetta come una delle più ricche e pericolose.
Per gli inquirenti, sarebbe il punto di riferimento indiscusso dei “picciotti” dell’Acquasanta, ruolo che avrebbe mantenuto anche mentre era detenuto. I Fontana gestivano le imprese che operano nella cantieristica navale, nella produzione e commercializzazione di caffè e avrebbero il controllo di decine di supermercati, bar e macellerie e del mercato ortofrutticolo, delle scommesse on-line e delle slot machines.
Pur essendosi trasferito a Milano, dove ha vissuto per anni, ha mantenuto sempre contatti e legami economici con Palermo. Nel capoluogo lombardo aveva aperto una gioielleria in via Felice Cavallotti nel quadrilatero della moda. Nel 2019 gli furono sequestrati orologi di lusso, gioielli e pietre preziose.