L’Ars è agli sgoccioli, la manovra ter è pronta per la discussione generale. Anche se il clima è tutt’altro che sereno dopo le dichiarazioni della minoranza, annunciando che a Sala d’Ercole farà ricorso a tutti gli strumenti del regolamento e all’ostruzionismo per contrastare questa variazione di bilancio di quasi 400 milioni di euro.
Si è aperta con oltre tre ore e mezza di ritardo, rispetto a quanto si era deciso, la seduta dell’Ars per la discussione generale della manovra ter e il successivo passaggio agli articoli. A presiedere i lavori è il vice Nuccio Di Paola.
Con la riunione dei capigruppo insieme al presidente della Regione Renato Schifani che si è tenuta questa mattina il governo ha chiesto e ottenuto, col voto della maggioranza e la contrarietà di Pd M5s e La Vardera, il contingentamento dei tempi per gli interventi in aula sulla discussione generale del testo in modo da evitare l’ostruzionismo da parte delle opposizioni.
Al governo sono stati riservati 30 minuti. Ai gruppi parlamentari 4 ore, ripartire per metà in modo uguale e per l’altra metà in base alla consistenza numerica: a Fi 37 minuti, a FdI 34 minuti, al M5s 32 minuti, al Pd 32 minuti, alla Dc 25 minuti, alla Lega 22 minuti, ai Popolari e autonomisti 20 minuti, a ScN 18 minuti e al gruppo Misto 18 minuti.
Calda l’atmosfera tra i banchi dell’aula, con un braccio di ferro tra la maggioranza. Poco dopo le 18 a Sala d’Ercole è iniziato l’esame degli articoli del ddl. Approvato soltanto l’articolo 1 della manovra ter destinato all’erogazione di contributi finalizzati alla ricostruzione, al ripristino e alla messa in sicurezza degli immobili adibiti a civile abitazione e ad attività produttive, commerciali ed agricole danneggiati dagli eventi calamitosi verificatisi dall’1 gennaio 2023 al 31 luglio 2025 nel limite massimo dell’80 per cento dei danni certificati.
Così Stefano Pellegrino, capogruppo di FI “La capigruppo ha deciso secondo i criteri del regolamento, in modo legittimo. Se si vuole sconfessare in aula si può farlo: ognuno fa la propria parte. C’è una maggioranza che adotta le norme del regolamento interno e quindi la decisione va rispettata“.
Con Salvatore Geraci, capogruppo della Lega, che aggiunge: “La minoranza vuole continuare a fare ostruzionismo, di fronte a questo atteggiamento o rimaniamo ostaggio delle opposizioni o andiamo avanti con le norme per lo sviluppo e per dare risposte ai siciliani. Noi vogliamo stare con i siciliani. La maggioranza ha un capo solo, è la Sicilia“.
“Sono sempre stato per una sana collaborazione tra maggioranza e opposizione. Ma da quello che ho letto sulla stampa e dai tantissimi emendamenti presentati non comprendo le regioni di fare ostruzionismo alla manovra. Siamo pronti a sedervi e a migliorare un testo, non comprendo neppure le ragioni di naturale politica. L’abbattimento delle liste d’attesa, i fondi per i disabili, per la viabilità provinciale, per l’agricoltura, gli Asacom, i fondi per dissalatori hanno un carattere d’urgenza o no. Se l’opposizione ci dice come migliorare il testo noi siamo pronti al dialogo e ad approvare la manovra? “. Così il capogruppo della Dc all’Ars, Carmelo Pace.
“Non vi riuscirà di dare la spallata al governo. Continuiamo il braccio di ferro se volete in maniera irresponsabile: uno sport che non preferisco ma non mi tiro indietro. Confermo che il mio gruppo voterà per il contingentamento dei tempi“. Così il capogruppo di FdI all’Ars, Giorgio Assenza.
“Chi vuol fare le barricate contro il presidente Schifani poteva farle già due anni fa, ma ora è incomprensibile. Perché c’è chi vuole stare nella casa di gesù dove quando entra non vuole uscire più e chi invece pensa ai siciliani. Non accetto le liste dei buoni e dei cattivi, io so come sono andate le cose finora in tutti i gruppi parlamentari. Il mio gruppo è favorevole ad andare avanti”. Così il leader e deputato regionale di ScN, Cateno De Luca.
“Capisco le opposizioni, ma se la maggioranza ha deciso una posizione in capigruppo bisogna andare avanti. I siciliani non ce la fanno più ad aspettare noi. E’ stato un anno complicato se ci prendiamo una settimana in più non sarebbe male”. Così il deputato del gruppo misto, Gianfranco Miccichè.
Pd M5s e La Vardera
“Rimango basito per l’intervento di Giorgio Assenza, che è rimasto in silenzio in capigruppo e ora in aula ha dato fiato ai suoi pensieri: evidentemente sta rispettando gli ordini di Schifani”. Così il capogruppo del Pd all’Ars, Michele Catanzaro.
“Sono preoccupato, non vorrei che il presidente Schifani sia intervenuto elargendo risorse ai deputati della maggioranza per rimanere in aula – ha detto – Noi non ci stiamo, faremo prevalere il regolamento contro chi sta tentando di sminuire il ruolo del Parlamento“.
“Non siamo in presenza di mance ma di una compravendita del voto: si parla di 35 milioni che il governo mette a disposizione della maggioranza per votare le variazioni di bilancio, che non sono variazioni ma una vera e propria legge finanziaria. Ricorreremo a ogni mezzo legittimo affinché il Parlamento non ceda al capriccio del governo, che ha voluto il contingentamento dei tempi per la discussione generale ma che non può averlo quando si passerà agli articoli del testo”. Così il deputato regionale del Pd, Antonello Cracolici.
Cracolici ha chiesto alla presidenza dell’Ars di riferire in aula sulle impugnative di norme perché in alcuni casi sarebbero attinenti con alcuni articoli del testo all’esame dell’Ars.
“C’è un atteggiamento fascista nei confronti del Parlamento. Chiedo che sia messo ai voti dell’aula la proposta di contingentamento stabilita dalla capigruppo a maggioranza dei due terzi”. Così il capogruppo del M5s all’Ars, Antonio De Luca, che ha avanzato la richiesta sulla base del regolamento parlamentare, che prevede il voto in aula qualora anche uno solo dei capigruppo esprima la propria contrarietà alla decisione assunta in capigruppo.