Maria Falcone, sorella del giudice ucciso dalla mafia e presidente della Fondazione che porta il nome del magistrato, ha commentato l’intercettazione in cui l’esponente radicale Antonello Nicosia, arrestato oggi per associazione mafiosa e accusato tra l’altro di aver portato all’esterno i messaggi dei boss detenuti, si lamentava che l’aeroporto di Palermo fosse dedicato a Falcone e Borsellino.
“Le parole offensive di questo sedicente difensore dei diritti dei deboli suscitano solo disgusto“, commenta la Falcone.
Nella conversazione registrata, Nicosia, per anni impegnato in battaglie per i diritti dei carcerati, sosteneva che dare allo scalo il nome dei due magistrati desse una brutta immagine della Sicilia. Parlando di Falcone poi aggiungeva che, in fondo, aveva avuto “un incidente sul lavoro” e che comunque più che un magistrato era un politico.
Nicosia, in qualità di collaboratore della parlamentare Giusy Occhionero, aveva accesso alle carceri e incontrava nel corso delle ispezioni boss detenuti, alcuni dei quali al 41 bis.
“Mi chiedo, alla luce di questa indagine – ha aggiunto – se non sia necessario rivedere la legislazione in materia di colloqui e visite con i detenuti al regime carcerario duro. Non dimentichiamoci che lo scopo del 41 bis è spezzare il legame tra il capomafia e il territorio, recidere le relazioni tra il boss e il clan: scopo che si raggiunge solo limitando rigorosamente i contatti tra i detenuti e l’esterno”
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