Le Province siciliane siano enti snelli, con competenze esclusive e costi moderati. E’ questo, chiaro ed esplicito, il punto di vista dell’ex deputato del Pd all’Ars Bruno Marziano, che ha ricoperto per 10 anni il ruolo di presidente della Provincia di Siracusa. “E’ l’ente di coordinamento dello sviluppo economico e sociale di quel determinato territorio”.
Dopo il via libera dalla Commissione Affari Istituzionali al ddl, l’iter della riforma prevede ora l’esame della Commissione Bilancio e poi di Sala d’Ercole. Procedura connessa all’atteso provvedimento con il quale il governo di Roma dovrebbe provvedere all’abolizione della legge Delrio, mettendo in atto l’armonizzazione tra norma statale e norma regionale. “L’abolizione della legge Delrio e il processo di unificazione degli otto ddl presenti a livello nazionale agevolerebbero gli altri procedimenti e l’adattamento alla legge nazionale”, spiega Marziano, tuttavia sarebbe maggiormente proficuo “Mettere in campo la legge di riforma anche a prescindere da Roma e andare aventi. Ci vuole una botta di coraggio del presidente Schifani e della classe dirigente regionale che deve dare segnali di autonomia. E aggiunge: “Non bisogna ritornare allo stipendificio, né alla provincia dispensatrice di incarichi”.
La remunerazione in termini di rimborso delle spese sostenute al servizio della comunità è certamente elemento di democrazia, ma che sia contenuta. Insomma, meno consiglieri e assessori.
La riforma prevede la reintroduzione del voto diretto e in base alla norma approvata in I commissione si dovrebbe andare al voto nella sessione ordinaria primaverile, dal 15 aprile al 30 giugno. Inoltre sono previsti collegi da 60 a 120 mila abitanti, in modo da garantire una notevole rappresentanza territoriale.
L’abolizione delle Province ha comportato gravi ricadute sull’erogazione dei servizi, ecco perché “Sono assolutamente d’accordo con la rinascita delle Province. Penso che in una regione di oltre 5 milioni di abitanti – la cui distanza chilometrica interna è pari alla stessa distanza che c’è fra Torino e Venezia, (Trapani o Portopalo è come Torino Venezia) – con le caratteristiche orografiche, politiche e ambientali come quelle della Sicilia, sia necessario un ente intermedio. Bisogna semplicemente che nascano già riformate. Fin dal primo giorno in cui mi insediai all’Ars, presentai un ddl che aveva uno scopo: eliminare dalla gestione e dalle competenze della Provincia tutte quelle competenze concorrenti e quelle per le quali non si capisce perché dovrebbe farlo la Provincia. Ad esempio, gli spettacoli, il turismo sono circostanze in cui l’ente in questione deve avere solo compiti gestionali, può essere ufficio decentrato della Regione. Mentre incrementare, definire e finanziare, sono le competenze esclusive”.
Cioè quelle competenze che non possono essere affidate né ai Comuni né alla Regione. Una prima competenza esclusiva delle Province è la viabilità. Con i vecchi enti funzionavano molte cose, a partire dal controllo delle strade che “in genere collegano comuni e comunità diverse”. Ci vogliono le risorse e un piano di manutenzione straordinaria di questa grande rete viaria delle Province siciliane.
La seconda non può che essere quella concernente la scuola secondaria superiore: “Quando in una città c’è un liceo, quella struttura non appartiene solo alla città in cui è ubicata, ma all’intera Provincia”. Agli stessi enti andrebbero affidate la gestione dei finanziamenti per la manutenzione e la messa in sicurezza dei plessi scolastici.
La terza competenza esclusiva è il coordinamento delle reti. “Tutto quello che non è a livello comunale, non può che essere coordinato dagli enti in questione, senza togliere autonomia ai comuni. È il caso dei comparti acqua e rifiuti, tutela dell’ambiente”. Marziano è stato anche assessore regionale alla Formazione, un comparto, anche questo, che secondo lui andrebbe affidato alle Province. La Regione dovrebbe programmare la quantità e l’uso delle risorse, le Province si occuperebbero di fare le indagini sul territorio, decidendo quali sono le competenze. Un intreccio in cui tali enti dovrebbero assumere un ruolo soprattutto per quanto riguarda il cosiddetto obbligo formativo funzionale a recuperare la dispersione scolastica. “Perché deve decidere la Regione, da Palermo, cosa deve farsi a Porto Palo o a Pachino? L’altra competenza esclusiva che si può dare alle Province è questa”.