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Wedding planner, fiorai, società di catering, parrucchieri, ristoratori. Decine di lavoratori del settore delle cerimonie, si sono ritrovati questa mattina di fronte al Palazzo della Regione Siciliana. Il comparto protesta perché, da più di un anno a causa della pandemia, tutto si è fermato. Del loro futuro, nessuna traccia neanche nel nuovo decreto sulle riaperture.
Secondo i manifestanti le perdite di quest’anno saranno più grosse dell’anno scorso. La speranza di molti sposi di convolare a nozze nel 2012 sembra svanire per il secondo anno consecutivo. Le misure di contenimento del virus riducono quasi a zero la possibilità di organizzare eventi e il clima di incertezza non fa che scoraggiare lavoratori.
Insomma, parliamo di una ripartenza con il freno a mano alzato. Nonostante la Sicilia sia ancora in zona arancione, le prospettive per un futuro cambio di colore in giallo, sembrano tingersi di nero almeno per questo settore. Se è vero che musei e teatri riaprono con le dovute limitazioni e che si potrà tornare al bar o al ristorante sia a pranzo che a cena, il coprifuoco alle 22,00 e il divieto di organizzare feste private, significa nei fatti niente cresime, matrimoni, battesimi e comunioni. Una stangata che ha costretto alla protesta non solo in Sicilia ma in tutta Italia.
Per Marcello Proietto di Silvestro, Presidente Ristoworld Italia:” Siamo sfiancati da mesi di apri e chiudi. Siamo contrari al coprifuoco, vogliamo aprire gli interni dei locali e ottenere sgravi fiscali. Fino ad ora abbiamo avuto solo spese su spese. Queste riaperture sono una presa in giro. Il settore va ripensato con esperti che affianchino i politici nelle loro scelte. Secondo le stime di Confcommercio le perdite dell’anno scorso si aggirano attorno all’ 80% e quella di quest’anno rischia di essere la fotocopia del 2020.Turismo e ristorazione sono la corazzata dell’Italia e sta affondando ”
Sulla stessa linea Maria Ponte, Federmet Sicilia: “Non è stato preso in considerazione il protocollo per la ripartenza che avevamo proposto al Cts. Chiediamo una ripartenza immediata dei matrimoni e degli eventi, l’ampliamento del fondo a sostegno delle imprese del settore istituito dal decreto Sostegni e un’accelerazione nella liquidazione dei ristori. Lavoriamo con una programmazione che va da 12 a 18 mesi. Al momento, non solo è tutto è bloccato fino a fine luglio ma non ci sono spiragli di discussione anche per agosto”.
Per Rossella La Paglia, Wedding Planner, la mancanza di date anche presunte, mette in ansia gli sposi che già l’anno scorso avevano deciso di rimandare di un anno il loro matrimonio. “Non ci danno la possibilità di riaprire in sicurezza che è quello che noi chiediamo. Un anno fa, il 30-40% dei matrimoni è stato rinviato ma ad oggi non abbiamo alcuna certezza”.
Infine, Claudio Leocata, Imprenditore Banqueting & Catering: “Servono risposte. L’anno scorso abbiamo avuto il 50% di perdite e quest’anno saranno maggiori. Il coprifuoco è inaudito è deciso da incompetenti. Al governo chiediamo date certe e confronti. Ad oggi non abbiamo conferma di riaperture per le feste con rito civile e religioso. Le coppie sono convinte di ripartire in zona gialla all’aperto ma la verità è che l’ultimo decreto non ci menziona. Le attività sono in ginocchio”