Ai tempi di Alleanza Nazionale, a differenza di Fini e Alemanno, era tra quelli che ritenevano la Sicilia una risorsa e non soltanto un problema. Non a caso, quando c’era una fibrillazione che richiedeva la sua presenza, se necessario, prendeva l’aereo e veniva a parlare con i suoi.
Forse anche per questo Maurizio Gasparri pensa di poter dare a Nello Musumeci più di un consiglio su come affrontare questa delicata fase che lo potrebbe portare a essere il candidato del centro destra, accreditato con chance di vittoria, in occasione delle prossime elezioni regionali del 5 novembre. Per Gasparri che nei giorni scorsi è intervenuto parlando di: «pessimi consiglieri di Musumeci, che già molti danni hanno fatto al centro destra», lo sono tutti quelli che: «non vogliono ampliare una coalizione. Qualche settimana fa ho consigliato a Nello, un atteggiamento di grande apertura. Lui ha i numeri per fare il candidato e ha il dovere di aprire e di essere inclusivo. Poi, senza andare a personalizzare su Tizio e su Caio, vedo che ci sono alcuni che hanno ancora la voglia di fare proclami. Molti di questi in passato istigavano Fini ed è finita com’è finita».
Gasparri non fa nomi, ma nei giorni scorsi, dopo la nota di Miccichè, che di fatto annunciava la rottura con Musumeci, l’ex assessore regionale Fabio Granata fu uno dei primi a tuonare contro il commissario di Forza Italia: «In Sicilia poi il centro non è una galassia unica, c’è Lombardo, c’è Romano, Cuffaro, D’Alia, c’è l’Udc. Vedo che parla persino Parisi. Alla fine molti propendono su Musumeci per un accordo di centro destra. Nello è certamente in pole position, ma una partenza stentata e una curva fatta malE possono creare problemi».
Ecco perché, ribadisce Gasparri, i cattivi consiglieri potrebbero avere un ruolo importante. Tra ‘falchi e colombe’, in altre parole deve prevalere un passo neutro e distaccato. Non è il momento di forzare, ma anzi, a suo avviso, occorre più interdizione. Una maniera non per accettare passivamente quanto piuttosto per orientarsi verso un atteggiamento di disponibilità che tolga alibi a tutti:«Siamo in una fase decisiva e se ne occuperà Berlusconi, Musumeci ha un’occasione importantissima. Adesso o la va o la spacca. Se riesce, amalgamando molte situazioni, compie davvero un’impresa ‘storica’. Il centro è un mosaico che non può, per forza di cose, esercitare un condizionamento soverchiante, ma serve. Su Alternativa Popolare bisognerà vedere quale sarà anche la posizione di Berlusconi. Certo è un Alfano molto ridimensionato. In molte regioni abbiamo fatto accordi con Alternativa Popolare, in Sicilia Alfano ha una visibilità diversa. Toti ha fatto accordi con i centristi nonostante il rapporto con Meloni e la Lega».
Adelante con juicio, il senso dunque del consiglio dell’ex ministro, che mantiene sulla vicenda un giudizio complessivamente positivo:«Musumeci deve solo pensare a non complicarsi la vita. Anche sul rapporto con Meloni. Fratelli d’Italia ha tutto il diritto a stare nella coalizione e ci mancherebbe, ma a Palermo hanno preso il 2%».