Non possiedono i livelli minimi necessari alcune scuole di specializzazione medica degli Atenei di Palermo e Messina e pertanto sono a rischio accreditamento. E’ quanto emerge da una ricognizione fatta dall’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, l’organismo tecnico dei ministeri della Salute e dell’Istruzione.
Secondo gli esperti in queste realtà ci sarebbero delle gravi carenze relative all’adeguatezza degli spazi dove vengono svolte le attività, tra cui i laboratori specifici. Inoltre, non vi sarebbero le dovute garanzie sul rispetto degli standard assistenziali di alto livello nelle strutture ospedaliere, dove vengono svolti i tirocini, e sulle performance scientifiche dei docenti.
Si tratta nel capoluogo delle scuole di dermatologia e venereologia e di chirurgia pediatrica. Nella città dello Stretto, invece, quelle di urologia, anatomia patologica, audiologia e foniatria, genetica medica, ortopedia e traumatologia e medicina legale. Sono queste le scuole siciliane messe all’indice, insieme ad altre 135 distribuite su tutto il territorio nazionale, da nord a sud, su un totale di 1.433.
In particolare sotto la lente di ingrandimento sono finiti a Palermo i dipartimenti biomedico di medicina interna e specialistica (DIBIMIS), di scienze per la promozione della salute e materno infantile, mentre a Messina quelli di medicina clinica e sperimentale, patologia umana dell’adulto e dell’età evolutiva “G.Barresi”, scienze biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali.
Da qui periodicamente escono, dopo un percorso pluriennale, decine di chirurghi, urologi, ortopedici, pediatri … ma la preparazione di questi specialisti potrebbe subire una pesante battuta d’arresto. Anche se il parere dell’Osservatorio non è vincolante, infatti, i ministeri non possono far finta di nulla. Bisogna in qualche modo sanare la situazione. Ecco perchè potrebbero slittare i tempi per la pubblicazione del bando di concorso per l’accesso alle scuole atteso da circa 13 mila laureati in medicina.