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Messina rinnova il legame con la Santa Patrona Madonna della Lettera. Torna la processione

giovedì 2 Giugno 2022

Messina rinnova il legame con la sua Santa Patrona e lo fa, dopo due anni di pandemia e misure restrittive, riprendendo la tradizionale processione all’interno di un ricco programma.

Per l’occasione infatti le celebrazioni per la Madonna della Lettera, il 3 giugno, sono state precedute da una serie di iniziative, come conferenze, mostre, concerti d’organo e la tradizionale novena.

Il triduo per la Patrona di Messina, città profondamente mariana, è iniziato l’1 giugno e si concluderà il 3, presieduto dal vescovo ausiliare monsignor Cesare Di Pietro.

Ritornano quindi le tradizionali celebrazioni per la Madonna della Lettera e l’Arcivescovo Giovanni Accolla, presiederà i Vespri solenni, giovedì 2 giugno alle ore 19.30. Venerdì 3 giugno, giorno della solennità, si terrà, alle ore 11.00, in Cattedrale, il  pontificale presieduto da monsignor Salvatore Pappalardo, Arcivescovo emerito di Siracusa, alla presenza del clero, dei fedeli, delle autorità civili e militari. Le altre celebrazioni del 3 giugno saranno alle 8.30 , alle 17.00 e alle 21.00 sempre al Duomo.

Alle 18.30 dopo due anni di pandemia e quindi di divieto, ritornerà la processione, una delle tradizioni più care ai messinesi. La partenza è in Piazza Duomo e il percorso è quello tradizionale attraverso il corso Cavour, la via Tommaso Cannizzaro, il Corso Garibaldi e il rientro in Cattedrale.

Il culto per la Madonna della Lettera ha origini antichissime ed in suo onore, nel 1934, venne realizzata la stele che si trova all’ingresso del porto di Messina.

Secondo la tradizione, san Paolo, giunto a Messina per predicare il Vangelo, trovò una grande accoglienza ed in tanti si convertirono al cristianesimo. Nel 42 d.C, quando Paolo iniziò il viaggio di ritorno in Palestina una delegazione di messinesi lo seguì per consegnare una lettera a Maria, con la quale le chiedevano protezione. Quattro messinesi, Girolamo Origgiano, Marcello Bonifacite, Brizio Ottavio ed il Centurione Mulè, partirono a nome della città alla volta della Giudea. Secondo la tradizione, Maria li accolse e diede loro una lettera, scritta in ebraico, arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli.

La delegazione rientrò a Messina l’8 settembre del 42 con la lettera. La ciocca di capelli è custodita presso il Duomo ed esposta nel giorno del Corpus Domini incastonata nell’albero di un piccolo galeone costruito in argento. Da quel momento inizia un legame profondo ed una devozione che si afferma soprattutto dal 1716, quando il monaco Gregorio Arena portò in città una traduzione dall’arabo della lettera che Maria inviò ai messinesi.

Questo il testo: «Umilissima serva di Dio, Madre di Gesù crocifisso, della tribù di Giuda, della stirpe di Davide, salute a tutti i messinesi e Benedizione di Dio Padre Onnipotente. Ci consta per pubblico strumento che voi tutti con fede grande avete a noi spedito Legati e Ambasciatori, confessando che il Nostro Figlio, generato da Dio sia Dio e uomo e che dopo la sua resurrezione salì al cielo: avendo voi conosciuta la via della verità per mezzo della predicazione di Paolo apostolo eletto per la qual cosa benediciamo voi e la vostra città della quale noi vogliamo essere perpetua protettrice. Da Gerusalemme 3 giugno anno 42 di Nostro Figlio. Indizione 1 luna XXVII».

La frase “Vos et ipsam Civitatem benedicimus” (“Benediciamo voi e la vostra Città”) è quella che è riportata nella base della stele della Madonnina.

Dalla traduzione della lettera da parte del monaco Gregorio Arena nel 1716 la città di Messina celebra la Madonna della Lettera il 3 giugno, con la processione processione del fercolo argenteo di Maria.

La stele fu realizzata nel 1934 per volere dell’arcivescovo Angelo Paino. La struttura occupa l’estrema punta della falce. L’opera, progettata e realizzata da Francesco Barbaro, ospita sull’estremità superiore la statua modellata dallo scultore Tore Edmondo Calabrò, che raffigura la Beata Vergine nell’atto di benedire con la mano destra, mentre nella mano sinistra regge la lettera consegnata all’ambasceria messinese.

Il monumento fu consacrato e inaugurato dall’arcivescovo il 12 agosto 1934attraverso uno speciale impianto radio ad onde ultracorte, messo a punto da Guglielmo Marconi, e fu benedetto ed illuminato da Papa Pio XI in collegamento da Castelgandolfo. La statua della Madonna della Lettera riprodotta in bronzo dorato è alta sette metri.

La stele fu danneggiate durante la seconda guerra mondiale a causa dei bombardamenti ed i lavori di restauro si conclusero nel 1954. La Madonna della Lettera è anche Patrona dei comuni di Palmi (provincia di Reggio Calabria), Finale (provincia di Palermo) e Pannaconi (provincia di Vibo Valentia).

Il culto arrivò a Palmi per un caso particolare. Nel 1575, infatti, scoppiò a Messina una epidemia di peste che procurò la morte di oltre 40.000 persone. I cittadini di Palmi accolsero quanti fuggirono dalla città peloritana ed inoltre mandarono aiuti alimentari. Superata la calamità Messina donò alle autorità ecclesiali di Palmi, in segno di ringraziamento per gli aiuti prestati, uno dei capelli della Madonna che furono portati nella città siciliana unitamente alla lettera di benedizione. Nel 1582 arrivò quindi alla Marina di Palmi un reliquiario contenente un Sacro Capello della Vergine. Da quel momento, anche nel popolo palmese, cominciò la venerazione verso la Madonna  della Sacra Lettera e si adottò la sua Effigie nera racchiusa in una manta d’argento a somiglianza di quella venerata nella città peloritana.

A Finale, invece, il culto della Madonna della Lettera arrivò tramite il casato dei Ventimiglia, marchesi di Geraci, proprietari feudali delle Madonie, di cui anche il feudo di Finale era parte, residenza estiva della nobile famiglia. Il culto è dovuto soprattutto alla parentela con la famiglia nobile messinese dei Moncada, molto devota alla Madonna della Lettera.

 

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