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Il nuovo indice

Nasce il Sud Innovation Competitiveness Index, l’indicatore comparativo per la competitività del Mezzogiorno

venerdì 17 Ottobre 2025

Il Rapporto 2025 fotografa un ecosistema in crescita, con 289,9 milioni raccolti, 700 nuovi posti di lavoro e Campania e Puglia in testa.

Il nuovo indice – sviluppato da Sud Innovation APS con il contributo di dieci atenei del Sud, del Politecnico di Milano e di Growth Capital – offre per la prima volta una misurazione sistematica della capacità competitiva dei territori del Sud Italia, incrociando innovazione, capitale umano e attrattività. Dal Rapporto Sud Innovation 2025 emerge un Sud sempre più attrattivo, con un campione di 73 startup e 8 scaleup attive, un tasso di crescita medio annuale del fatturato del 102% tra il 2020 e il 2023 e Campania e Puglia a guidare la raccolta, concentrando insieme oltre il 60% dei capitali investiti nel Sud Italia negli ultimi otto anni. Il 2024 si conferma anno record per il venture capital del Mezzogiorno, con 66 milioni di euro raccolti, mentre il primo semestre 2025 segna già 57 milioni investiti. Ma restano nodi aperti su capitale umano, infrastrutture e politiche per la crescita, che ancora limitano la piena maturità dell’ecosistema.

È stato presentato oggi, nell’ambito della terza edizione del Sud Innovation Summit dedicata al tema “AI for Future”, il Rapporto “Sud Innovation 2025 – Attrattività e Competitività del Mezzogiorno”. Nato all’interno di Sud Innovation APS e sviluppato con il coinvolgimento di un Comitato Tecnico-Scientifico di alto profilo, il Rapporto misura l’attrattività, innovazione e crescita economica del Mezzogiorno, adottando strumenti comparativi, rigore scientifico e una chiara finalità d’impatto strategico.

Tra il 2017 e luglio 2025, le startup e le scaleup del Sud Italia hanno raccolto complessivamente 289,9 milioni di euro in equity, distribuiti su 107 round di investimento. La Campania si conferma al primo posto per ammontare investito con 142 milioni di euro (38% del totale Sud), seguita da Puglia (98 milioni, 26%) e Sicilia (42 milioni, 11%). Questi sono alcuni dei dati emersi dal Rapporto 2025, che analizza un campione di 73 startup e 8 scaleup nate o sviluppatesi nel Mezzogiorno, attive soprattutto nei settori Healthcare, Enterprise Software, Engineering & Manufacturing e Fintech & Insurance, con un tasso di crescita medio annuale del fatturato pari al 102% tra il 2020 e il 2023. Complessivamente, queste realtà hanno generato nel 2023 oltre 700 posti di lavoro diretti, contribuendo alla costruzione di una nuova economia della conoscenza nel Sud. Non solo, il 2024 ha segnato un anno record per il venture capital nel Sud Italia, con 66 milioni di euro di capitali raccolti dalle startup del Mezzogiorno, mentre il primo semestre 2025 conferma il trend positivo con 57 milioni già investiti. Tra le operazioni più rilevanti, figurano HUI (Serie A, 25 milioni, 2024), Sibill (Serie A, 12 milioni, 2025), UnoBravo (Serie A, 17 milioni, 2022) e HT Materials Science (Serie A, 14 milioni, 2023).

I risultati evidenziano come, in un contesto globale sempre più competitivo, l’attrattività sia la leva decisiva per trasformare il potenziale di crescita in competitività strutturale. Il Rapporto propone indicatori, benchmark e ranking territoriali che individuano i contesti più favorevoli per imprese, talenti e investimenti, leggendo il Mezzogiorno come un vero laboratorio di trasformazione tecnologica e sociale. L’obiettivo è rafforzare la competitività locale, supportare la pianificazione strategica e favorire politiche pubbliche basate su evidenze e una visione di lungo periodo, offrendo a istituzioni, imprese e investitori strumenti operativi per orientare policy e decisioni strategiche basate sui dati.

Per garantire rigore metodologico, validazione scientifica e rappresentatività territoriale, il Rapporto si basa sul lavoro di un Comitato Tecnico-Scientifico di alto profilo, composto da accademici, ricercatori e professionisti di dieci atenei del Sud Italia, impegnati nella raccolta, analisi e verifica dei dati. A guidare il progetto è Roberto Ruggeri, Presidente di Sud Innovation APS, imprenditore e investitore, fondatore del Sud Innovation Summit e promotore di iniziative dedicate allo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione nel Mezzogiorno. Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS), coordinato da Daniela Baglieri (Università degli Studi di Messina) e Antonio Messeni Petruzzelli (Politecnico di Bari), comprende: Giovanni Battista Dagnino (Università LUMSA), Alfredo De Massis (Università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara), Maria Chiara Di Guardo (Università di Cagliari), Luigino Filice (Università della Calabria), Carmen Gallucci (Università di Salerno), Antonio Lerro (Università della Basilicata), Michele Modina (Università del Molise), e Pierluigi Rippa (Università Federico II di Napoli).

Oltre ai casi studio e alle ricerche dirette, l’approccio metodologico coniuga ricerca accademica, analisi economica e know-how applicativo, utilizzando dati secondari da fonti autorevoli (ISTAT, Banca d’Italia, Commissione europea, Registro delle Imprese) e dati primari forniti dal Politecnico di Milano e da Growth Capital.

Ciò ha permesso di elaborare il SICI – Sud Innovation Competitiveness Index, un indicatore proprietario, comparativo e replicabile che misura la competitività del Sud su quattro pilastri: innovazione e imprenditorialità, capitali per l’innovazione, governance e competitività, inclusione-sostenibilità-resilienza. Il SICI colloca il Mezzogiorno in una prospettiva comparativa, evidenziando punti di forza, criticità e traiettorie di miglioramento, in coerenza con i principali benchmark europei: Campania e Abruzzo risultano sopra la media italiana, con performance solide in termini di competitività e capacità innovativa; seguono Puglia e Sicilia, al di sopra del valore medio delle altre regioni meridionali. In posizione intermedia troviamo Sardegna, Basilicata e Calabria, mentre il Molise riporta il valore più basso, confermando un gap strutturale ancora marcato.

“Il Rapporto è la prosecuzione naturale di un percorso iniziato nel 2024. Un percorso che ha già prodotto risultati importanti, ma che quest’anno compie un salto di qualità, con il SICI, strutturandosi come strumento innovativo per leggere il presente e orientare il futuro dell’innovazione nel Sud Italia. Un sentito ringraziamento va ai ricercatori e agli atenei che, insieme al Sud Innovation APS, hanno contribuito alla sua realizzazione”, afferma Roberto Ruggeri, fondatore del Sud Innovation APS e del Summit. “Il Rapporto Sud Innovation 2025 non si limita a restituire una fotografia dello stato dell’innovazione nel Sud, ma si candida a diventare un punto di riferimento per chi lavora alla trasformazione del Mezzogiorno, tra pubbliche amministrazioni, investitori, corporate, università e policy maker”.

 “Il Sud Innovation Competitiveness Index (SICI) rappresenta uno strumento di analisi e valutazione fondato su criteri di trasparenza, comparabilità e rigore scientifico. La sua finalità è offrire a istituzioni, imprese e investitori una base oggettiva per interpretare la competitività del Mezzogiorno, individuando punti di forza e ambiti di miglioramento. La misurazione della competitività costituisce pertanto una condizione necessaria per la crescita e l’innovazione, e uno strumento concreto per orientare strategie di sviluppo sostenibile nel lungo periodo”, dichiara Daniela Baglieri, Professoressa Ordinaria di Economia e gestione delle imprese presso l’Università degli Studi di Messina.

“L’attrattività è la condizione necessaria per generare valore duraturo, ovvero saper attrarre e trattenere talenti, imprese e capitali in un contesto competitivo che offra infrastrutture adeguate, competenze e visione strategica. Il Rapporto mostra che il Mezzogiorno può crescere non solo investendo in tecnologia, ma costruendo ecosistemi in cui ricerca, impresa e territorio evolvono insieme in modo dinamico”, afferma Antonio Messeni Petruzzelli, co-responsabile scientifico del Rapporto e Professore ordinario di Ingegneria economico-gestionale al Politecnico di Bari.

Nonostante i progressi registrati, il Rapporto Sud Innovation 2025 mette in luce alcune fragilità strutturali che continuano a limitare la piena espressione del potenziale del Mezzogiorno. Tra queste, la dispersione del capitale umano, la frammentazione del tessuto industriale, la scarsa integrazione tra ricerca e impresa, una governance ancora disomogenea e il difficile accesso ai capitali nelle fasi di scale-up.

Per affrontare queste sfide, il Rapporto individua cinque direttrici di intervento volte a consolidare l’ecosistema: dalla costruzione di un continuum finanziario capace di accompagnare la crescita delle imprese innovative, all’ancoraggio dei talenti alle filiere produttive locali; dal potenziamento delle infrastrutture immateriali e degli uffici di trasferimento tecnologico, fino alla creazione di reti integrate e hub territoriali in grado di connettere ricerca, impresa e istituzioni.
Un’attenzione particolare è riservata al coinvolgimento del settore corporate e alla sperimentazione di strumenti fiscali innovativi, come il proposto “Superbonus Innovazione per il Sud”, pensato per stimolare gli investimenti in startup e progetti di co-sviluppo ad alto valore tecnologico.

“Il Mezzogiorno non deve più essere percepito come un territorio chiamato a colmare ritardi storici; ha tutte le risorse e le competenze per diventare un vero laboratorio competitivo di innovazione, capace di integrare ricerca scientifica, filiere produttive e vocazioni territoriali”, conclude Ruggeri.

CLICCA QUI per il Rapporto

 

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