“Lo avevamo detto e preannunciato, purtroppo inascoltati, e quando siamo ormai a metà gennaio ora siamo di fronte ad un inverno di vera emergenza economica e sociale per migliaia di lavoratori del settore turismo, commercio e servizi che per la quasi totalità hanno terminato di percepire la Naspi. Come faranno da qui a maggio?”. A rilanciare il problema con un eloquente interrogativo è il segretario regionale aggiunto della Fisascat Cisl, Pancrazio Di Leo, che torna ad evidenziare la situazione critica di tanti lavoratori del comparto turistico che dopo due settimane del nuovo anno si trovano già al capolinea del periodo di percepimento della Naspi e dovranno attendere la primavera, quando cioè inizierà la prossima stagione turistica, per tornare a lavorare e quindi percepire un compenso.
“I lavoratori per la quasi totalità hanno concluso il periodo di percepimento della Naspi – spiega Di Leo – e chi ha lavorato per 6 mesi aveva diritto a tre mesi di indennità di disoccupazione e quei 90 giorni sono ormai finiti. A questo punto le migliaia di lavoratori che operano sia nell’alberghiero che nel commercio si trovano senza un’indennità e senza un lavoro. I lavoratori rimangono in attesa di quella riforma che il Governo non ha attuato. Il problema è di carattere nazionale ma si ripercuote soprattutto sui territori come questo dove si vive di turismo. Si parla di circa 15 mila persone che tra turismo, commercio e servizi nell’intera zona ionica della provincia di Messina si trovano costretti a vivere un inverno di grande difficoltà economica e sociale”.
“Il problema stavolta si è fatto ancora più pesante – continua Di Leo – perché negli anni passati si era partiti con la Naspi da 6 mesi e poi con una deroga era stato possibile per due anni far percepire ai lavoratori 4 mesi. I lavoratori sono rimasti sino all’ultima in attesa di un’adeguata rimodulazione della Naspi che ad oggi purtroppo non si è verificata. Non viene considerata nei termini giusti questa emergenza e i lavoratori dovranno affrontare insieme alle loro famiglie tre-quattro mesi di evidente difficoltà prima che poi abbia inizio la nuova stagione turistica. In un territorio come Taormina e l’hinterland dove ci sarebbero tutte le condizioni possibili e le potenzialità per allungare la stagione turistica, invece, quella stessa stagione si va sempre più dimezzando e questo non è accettabile”.