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La normalizzazione

Nè sceriffi nè notai, la Sicilia dei commissari straordinari gira a vuoto: non paga l’eccezione che diventa regola per risolvere le emergenze

lunedì 22 Aprile 2024

Normalizzare un’emergenza è il modo più diretto per svilirne la sua gravità. In Sicilia negli ultimi anni non sono certamente mancate le impellenze e le circostanze straordinarie che hanno richiesto la nomina di appositi commissari per la loro celere (almeno nelle idee) risoluzione. La lentezza della burocrazia e la delicatezza di alcuni equilibri politici ha trasformato in “ordinario” un tipo di incarico che era stato pensato come una deroga alla normalità. Non a caso si respira un senso di sollievo adesso che si tornerà a votare per gli enti di area vasta CLICCA QUI

Il caso delle Province

Emblematico in tal senso è il caso delle ex Province siciliane, denominate oggi Liberi consorzi comunali o Città Metropolitane. Da circa dieci anni questi enti intermedi, che si propongono come cerniera tra la Regione e i singoli Comuni, sono commissariati.

Si è atteso per troppo tempo, la nomina dei loro vertici da parte degli amministratori comunali, tramite procedure elettive di secondo livello. Nulla di tutto ciò è mai avvenuto, e si va ancora avanti attraverso continue proroghe o nuove nomine. L’ultima, in ordine di tempo, si è verificata durante la scorsa estate, stabilendo allo stesso tempo che i commissari straordinari possono essere nominati soltanto tra i dirigenti già alle dipendenze della Regione Siciliana.

La riforma Delrio del 2014 è rimasta, nei fatti, una delle grandi incompiute siciliane. Non si è mai proceduto ad una vera rivitalizzazione delle ex Province neppure attraverso l’elezione diretta del massimo esponente dell’ente, più volte annunciata ma mai attuata. L’ultimo tentativo in ordine di tempo, a febbraio scorso, è stato portato avanti proprio dal presidente Schifani, ma l’Ars ha bocciato la proposta con quaranta voti contrari.

I problemi burocratici

Spesso la nomina dei commissari straordinari è strettamente collegata alle difficoltà burocratiche che, specie in alcuni delicati settori, richiedono tempistiche dilatate per il loro superamento. In queste figure si accentrano infatti dei poteri che vanno oltre l’ordinario e che permettono, attraverso scorciatoie burocratiche, una maggiore pragmaticità nella soluzione delle problematiche. Tuttavia, la questione andrebbe affrontata a monte e non a valle, attraverso iter amministrativi più snelli e semplici e una maggiore prevenzione dell’insorgenza di situazioni emergenziali. Nominare un commissario straordinario, infatti, è anche un’implicita ammissione di fallimento nella soluzione di un problema.

E non va trascurato neppure il peso economico che deriva da queste figure. I lunghi commissariamenti non permettono infatti di attuare politiche di lungo periodo, come invece si verificherebbe se la nomina avvenisse con modalità standard. A ciò si aggiunge la necessità di introdurre delle contabilità speciali e un sistema di rendicontazione amministrativa semplificata, senza la possibilità di ricorrere agli ordinari controlli previsti dalla legge.

I commissariamenti

Oltre ai commissariamenti straordinari delle nove province siciliane, nell’Isola si presentano altre situazioni oltremodo complesse che hanno portato a un vertiginoso incremento di queste figure. Sono ormai decine i commissari nella Regione a tre punte.

Basti pensare agli undici dei Consorzi di bonifica, che da anni non hanno un’amministrazione ordinaria, o ad alcuni parchi regionali. E ancora, si contano altri commissariamenti per situazioni particolarmente spinose come i rifiuti, la siccità, le autostrade, le farmacie o le Ipab. Questione leggermente diversa per le Aziende sanitarie siciliane, dove sono già stati designati i nuovi manager, ma questi nove, a due mesi di distanza dalle nomine, rivestono ancora formalmente la carica di commissari straordinari.

Ad essi si aggiungono anche i casi dei Comuni commissariati. Secondo i dati di OpenPolis appena qualche anno fa (2020) in Sicilia e Calabria si trovavano la metà delle 92 amministrazioni commissariate in tutta Italia. Nell’Isola c’è un vero e proprio esercito di commissari che cercano di mettere una pezza lì dove la politica negli anni ha fallito e ha contribuito a creare situazioni emergenziali.

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