L’ “annus horribilis” del Barbera si appresta (finalmente) alla fine.
Il 2024, soprattutto tra le mura domestiche, è inutile nasconderlo, sarà ricordato come uno degli anni più neri e disastrosi della storia recente del club rosanero. Nel 2025, oltre la ricorsa verso il collaudo e l’accordo sulla nuova concessione, non saranno necessari dunque solo alcuni restyling strutturali. A cadere a pezzi, ad oggi, sono stati anche il timore e la paura che un tempo lo stadio palermitano era in grado in incutere in campo a tutti coloro che provavano a varcarne la soglia.
Divenuto terra di conquista, le avversarie che si sono succedute in questi mesi hanno amaramente banchettato, sotto gli occhi sgomenti dei tifosi negli spalti, sempre colmi dell’impianto di viale del Fante.
Esclusa la parentesi playoff, i dati parlano soli: su 16 match disputati e 48 punti a disposizione, i siciliani ne hanno racimolati solo 18, con 4 vittorie, 6 pareggi e 6 sconfitte. Il 17 febbraio, il sonoro 3-0 rifilato al Como, è stato l’ultimo atto prima di un’irrefrenabile spirale di negatività, composta da occasioni sprecate, malcontenti e contestazioni. Un cerchio che appariva chiuso lo scorso 26 ottobre con il ritorno al successo con la Reggiana, ma così non è stato.
Certamente un dettaglio non va dimenticato. Ancor prima di tirare le somme, come lo stesso Dionisi ha dichiarato in conferenza stampa, manca all’appello l’ultima sfida: quella contro il Bari. I tre punti rappresentano certamente una boccata di ossigeno fondamentale, ma al di là del risultato, in realtà il giudizio complessivo resterebbe pressoché invariato.
Scherzo del destino vuole anche che il 2024 si chiuda esattamente com’era iniziato. Il Bari, infatti, fu il primo ospite al Barbera, quando con un netto 3-0, un neoarrivato Ranocchia, Ceccaroni e Segre inaugurano un anno che si sarebbe in seguito rivelato tutt’altro che felice. Altri tempi, altre aspettative ed altri sogni. E da allora anche il timoniere in panchina è cambiato più volte, con medesimi se non peggiori risultati.
Il Palermo di oggi si presenta così più fragile e impaurito che mai, quasi come se si fosse trascinato con fatica alla fine di questo burrascoso dicembre. Non sono più concessi passi falsi. In fondo si sa, la cadetteria non è un campionato semplice e la chiave di volta per scalare la classifica e sbaragliare la concorrenza è riuscire a costruire, mattone dopo mattone, una fortezza solida dalla quale poter attingere più punti possibili. Sulle stesse basi, il Palermo, anche questa volta, corre il rischio, più concreto che mai, di mandare tutto all’aria.
La spada di Damocle ora pende sulla testa di Dionisi. Superati gli scogli Bari e Cittadella, prima squadra che i rosanero incontreranno dopo il famigerato giro di boa e ultima dell’anno, sotto esame saranno il ds De Sanctis e il City Group, chiamati a condurre un mercato adeguato all’esigenze attuali della compagine rosa. Prima fra tutte? Sciogliere il nodo sul “caso Brunori”, ancora irrisolto dall’estate.