“A vent’anni dalla sua scomparsa resta ancora viva l’eredità umana e professionale del giudice Antonino Caponnetto. Il suo spessore morale e il suo operato sono ancora oggi un grande esempio per chi intraprende il mestiere di magistrato. A Caponnetto va la gratitudine di tutti i siciliani onesti perché nessuno meglio di lui poteva raccogliere l’eredità del giudice Rocco Chinnici alla guida del Pool antimafia, composto tra gli altri dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che ha istruito il Maxiprocesso, momento che ha rappresentato la svolta storica nella lotta dello Stato alla mafia». Lo dice il sindaco, Roberto Lagalla, nel ventesimo anniversario della scomparsa di Antonino Caponnetto.
In apertura dei lavori del Consiglio comunale, il presidente Giulio Tantillo, ha letto un ricordo del giudice:
“Ricorre oggi il ventesimo anniversario della scomparsa di Antonino Caponnetto, che fu anche Presidente del Consiglio comunale di Palermo nel periodo a cavallo fra il 1993 e il 1994, in anni di straordinaria rinascita civile della città dopo la terribile stagione delle stragi mafiose.
Antonino Caponnetto, pur essendo nato in Sicilia, crebbe e si formò professionalmente in Toscana ma con la nostra isola e la nostra città mantenne un legame fortissimo che lo portò a chiedere di poter guidare, subito dopo la morte di Rocco Chinnici, quel Pool Antimafia che con Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e tanti altri magistrati gettò le basi per una conoscenza approfondita di Cosa Nostra e istruì il primo maxi-processo contro capi e gregari dell’organizzazione criminale.
Dismessa la toga di magistrato, proseguì il suo impegno civile che lo portò ad essere un messaggero di legalità e impegno democratico, soprattutto nel contatto con migliaia di giovani e per la promozione della cultura della legalità. Una figura umana e professionale che ha lasciato un segno indelebile di speranza nella storia della nostra città”
Al termine della lettura i consiglieri hanno osservato un minuto di silenzio.