L’ex presidente del Palermo calcio Giovanni Giammarva, in carica quando l’azionista di maggioranza era Maurizio Zamparini, è stato condannato a otto mesi e dieci giorni dal gup Michele Guarnotta.
Assolti invece Giuseppe Favatella e Michele Vendrame, ex componenti del collegio sindacale del club rosanero negli anni della Serie A e della Serie B.
Il processo è uno stralcio del troncone principale, in cui è imputato anche Zamparini, e si è svolto col rito abbreviato. Giammarva rispondeva di false comunicazioni alla Covisoc, la commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche. Gli altri due di falsi nel bilancio 2016. Il giudice ha dunque accolto in parte le richieste dei pm Dario Scaletta e Andrea Fusco.
All’origine della vicenda il default del vecchio Palermo, dichiarato fallito nell’ottobre 2019, dopo che una prima istanza, a marzo 2018, era stata respinta tra le polemiche e con gli strascichi di un’inchiesta giudiziaria aperta a Caltanissetta.
Secondo l’accusa, Zamparini avrebbe fatto “il gioco delle tre carte” con l’affare Mepal-Alyssa cioè cercando di far figurare un credito inesistente per 40 milioni di euro, legato alla cessione del marchio del club.
Giammarva, che fu presidente per 8 mesi, tra novembre 2017 e agosto 2018, dottore commercialista, esperto e autore di numerose consulenze e perizie per conto di procura e tribunale di Palermo, “non poté non capire”, secondo i pm Andrea Fusco e Dario Scaletta, ciò che stava avvenendo attorno al Palermo.
Nemmeno gli altri due imputati vollero rendersi conto della situazione, pur avendo avuto tutti i campanelli d’allarme, sin da quando, a giugno 2017, venne fuori la prima notizia dell’inchiesta sul dissesto del Palermo calcio, che poi si dissolse come Unione sportiva Città di Palermo ed è stato ricostituito, con una nuova proprietà e una nuova compagine societaria, e milita oggi nel campionato di Serie D.