Il 12 luglio 2019 verrà ricordato come il giorno che ha determinato la “morte calcistica” dell’U.S. Città di Palermo. Al di là dei ricorsi presentati da Arkus, il destino della società di viale del Fante sembra essere segnato.
La Serie D attende i tifosi rosanero, i quali però non si sono lasciati scoraggiare dalle difficoltà.
Nella notte più buia dal fallimento del lontano 1986, i tifosi rosanero hanno già la testa alla prossima stagione. La Curva Nord Inferiore ha appeso alcuni striscioni in diversi punti strategici della città (Mondello, Politeama, ecc.) riportanti tutti la stessa scritta: “oltre la categoria“.
Un messaggio semplice ma importante, ovvero non abbandonare il Palermo calcio al proprio destino. Si ripartirà con il titolo sportivo del 1986, in attesa di capire che fine farà quello dell’U.S. Città di Palermo.
Appare certo che si giocherà al Renzo Barbera, inizialmente magari con l’apertura di un solo anello. Dopo anni di polemiche e di dissidi, a Palermo è necessario ricostruire un senso di appartenenza forte, affiancato ad un entusiasmo che da troppo tempo manca in città.
Ieri è stato presentato il bando del Palermo calcio che verrà, il quale potrebbe essere aperto all’azionariato popolare. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha chiarito che l’azionariato popolare è un requisito opzionale ma il cui scopo è quello di fornire maggiore chiarezza e trasparenza fra società e tifosi. Sono tante le realtà italiane che si stanno aprendo a questo fenomeno, già fortemente presente in Germania ed in Inghilterra, come ad esempio il Pordenone.
Fondamentale in questo senso sarà la nomina del futuro SLO (Supporter Officer Liaison), detto in termini più profani il rappresentante dei tifosi. A domanda sul tema SLO, il sindaco Leoluca Orlando ha chiarito che: “La cosa fondamentale è di attribuire al sindaco compiti che non possiede – segue – il senso dell’azionariato popolare è quello di consentire alla tifoseria di partecipare. Poi il rappresentante dell’azionariato popolare, verrà stabilito dall’azionariato popolare. Ho sempre evitato di entrare nelle dialettica della tifoseria perchè io ho un dovere istituzionale“. Saranno quindi i tifosi a dover scegliere, in caso di azionariato popolare, una figura che li possa rappresentare al meglio.