Nei giorni scorsi, lo Snals Confsal ha inviato una lettera indirizzata, tra i tanti, al rettore dell’Università di Palermo, al sindaco e al prefetto di Palermo, al presidente della Regione Siciliana, all’assessore regionale alla Salute e alla direzione generale dell’A.O.U.P. “Paolo Giaccone” di Palermo, denunciando, ancora una volta, il deficit di personale effettivamente funzionale ed operativo, sia nel comparto sanitario che amministrativo, che rischia di determinare un “progressivo collasso delle attività del Policlinico Universitario“.
Il coordinato provinciale Giovanni Madonia Ferraro e il segretario provinciale Giovanni Provenzani hanno messo in evidenza le numerose segnalazioni pervenute negli ultimi mesi “da parte del personale sanitario, tecnico e amministrativo evidenziano in modo inequivocabile le crescenti difficoltà operative nei reparti e nei servizi dell’AOUP, a causa della persistente insufficienza di Medici, Infermieri, Ostetriche, Amministrativi, Operatori Socio-Sanitari (OSS), Tecnici di Laboratorio, ecc. Tale situazione, già nota da tempo, è resa ancora più critica da un sistema di reclutamento che, nei fatti, si è dimostrato lento, inefficiente e inefficace: basti pensare che per alcune figure chiave, come Infermieri e OSS, le procedure concorsuali hanno richiesto oltre un anno e mezzo per giungere a completamento e oggi, nonostante che le suddette graduatorie siano state pubblicate, si percepisce quasi una forte repulsione amministrativa nel suo utilizzo. Questo strascico generato da una mancata pianificazione dei vertici aziendali impedisce di rispondere tempestivamente alle fattive necessità tecniche, amministrative, cliniche e assistenziali e sta determinando un aggravio progressivo dei carichi di lavoro per il personale in servizio, con ricadute tangibili, direttamente e indirettamente, che si riversano principalmente sul piano clinico oltre che a quello dell’assistenza“.
“Le evidenze rappresentate – proseguono – supportate da dati e riscontri testimoniali, confermano che l’attuale dotazione organica non è in grado di garantire livelli adeguati di rendimento e di sicurezza, rendendo sempre più urgente una revisione profonda delle strategie di gestione complessiva di tutto il suddetto personale. Analiticamente, l’attuale dotazione organica, pur apparentemente prossima alla copertura formale, non rispecchia ed è distante da quella che è la reale funzionalità operativa del nostro Ospedale. A ciò contribuiscono le numerose assenze prolungate (malattie, L. 104/92, permessi studio, infortuni, maternità, aspettative, ecc.); le presenze parziali per limitazioni funzionali o utilizzo in ruoli non assistenziali poiché resi totalmente non idonei alla propria mansione; i comandi mai sostituiti; le cessazioni di personale amministrativo mai sostituite in modo strutturale; l’assenza di un censimento dinamico delle risorse effettive, capace di distinguere tra presenza formale, come ad esempio il suddetto caso degli inidonei alla mansione, e produttività reale, ovvero tutto il personale che contribuisce pienamente alle attività lavorative“.
“Tali condizioni – si legge nella lettera – generano un sovraccarico cronico sulle risorse umane attive, con ricadute negative su salute, sicurezza, errori clinici, rallentamento delle procedure amministrative e per ultimo ma non meno importante l’insoddisfazione dell’utenza. Una menzione specifica va fatta per il settore chirurgico e operatorio, attualmente in gravissimo deficit strutturale, vedasi l’eclatante, e al momento irrisolto, caso del farraginoso trasferimento dell’UO di Neurochirurgia. Una delle manifestazioni più evidenti di questa criticità riguarda l’incremento programmato delle sedute operatorie, che ha richiesto una copertura più estesa e costante nelle aree chirurgiche, in particolare per Medici, Infermieri, Ostetriche, Tecnici di Radiologia e OSS. Si evidenzia infatti che la vigente, miope e scadente, dotazione organica, non ha previsto nel suo computo gli Infermieri e gli OSS per le sale operatorie, generando un vuoto numerico stimabile tra le 80 e le 100 unità infermieristiche, nelle circa 12 sale operatorie esistenti al Policlinico di Palermo. Il personale operante in questo contesto si deduce che, matematicamente, venga sottratto da altre attività assistenziali (degenze, servizi, ecc.) creando ulteriori sofferenze“.
La conseguenza “è una gestione disfunzionale dei blocchi operatori, dove le eventuali prestazioni aggiuntive e il senso del dovere del personale non possono più compensare l’assenza di una reale progettualità del vertice strategico. Un’ulteriore menzione si rende doverosa in merito al trasferimento del Reparto di Oncologia Medica presso i locali dell’ex Pronto Soccorso, i quali sembrerebbero non rispondere pienamente agli standard strutturali e organizzativi previsti dalla normativa vigente in materia. Tale collocazione sta determinando enormi disagi per un’utenza fragile e delicata come quella oncologica, costretta a lunghe attese in ambienti angusti e inadeguati, al punto da evocare le condizioni di un formicaio. Si è così venuta a creare una sorta di imbuto organizzativo increscioso, con il rischio concreto di generare situazioni di stress lavorativo e di favorire l’insorgenza di eventi avversi o addirittura “sentinella”“.
Due le richieste: attivare un monitoraggio funzionale sulla reale disponibilità operativa del personale e l’assunzione urgente, tramite scorrimento delle graduatorie vigenti o con altre modalità, e la sostituzione immediata del personale sanitario e amministrativo cessato, in gravidanza, totalmente non idoneo alle mansioni del proprio profilo, in aspettativa senza retribuzione, in comando presso altre amministrazioni.
“Alla luce dell’angosciante quadro rappresentato – concludono – si invita la Direzione Strategica dell’A.O.U.P. di Palermo ad attivarsi con urgenza per definire un piano concreto ed efficace di riorganizzazione e di risoluzione delle criticità esposte. È indispensabile un intervento deciso e immediato per garantire condizioni di lavoro dignitose, continuità assistenziale e mantenimento dei LEA, e per rilanciare l’attrattiva del nostro Policlinico Universitario come accadeva in passato. Tenuto conto della portata delle criticità evidenziate e delle conseguenze che esse causano sulle condizioni di lavoro del personale, si rappresenta che in caso di mancato adeguato riscontro alla presente nota, questa O.S. si vedrà costretta ad intraprendere tutte le iniziative adeguate alla più efficace tutela del personale, consistenti sia nelle appropriate forme di legittima protesta (con conseguente informativa delle stesse sui mezzi di informazione) che nell’avvio, innanzi alle opportune sedi giudiziarie, di tutte le azioni necessarie all’accertamento di eventuali fattispecie omissive e/o di eventuale mala gestio, in qualsiasi modo atte a determinare una lesione di diritti in capo al personale in servizio presso il Policlinico Universitario“.