Una lunga sofferenza dalla durata di settantasei minuti, ma che vale il primo posto in solitaria in classifica, almeno per una notte.
Termina 2-0 la quarta giornata del campionato di serie B tra Palermo e Bari. Gli uomini di Inzaghi restano imbattuti, realizzando il terzo clean sheet consecutivo. Le parate di Cerofolini e un po’ di lucidità in meno sotto porta, costringono i rosanero a condurre il gioco alla disperata ricerca del vantaggio. A far esplodere la festa dei 32.363 tifosi oggi presenti al Renzo Barbera è stato Le Douaron. Un gol che equivale ad un vero e proprio riscatto per l’ex Brest, che nel corso della settimana ha spaccato l’opinione pubblica dopo la prestazione contro il Sudtirol, meritevole di elogi per alcuni, ricca di critiche per altri. A chiudere il cerchio ci ha pensato Gomes, che ha festeggiato così la premiazione nel pre partita per il raggiungimento delle 100 presenza in maglia siciliana. Ancora una volta, però, a rivelarsi vincenti sono state soprattutto le mosse tattiche del mister ex Pisa, sia alla viglia sia nel corso della sfida, con sostituzioni capaci di sovvertire le sorti del match.
Il tecnico piacentino fa ruotare ancora l’undici titolare. Novità, più di una sorpresa, qualche pezza, ma soprattutto la voglia di voler proseguire la scia di risultati utili consecutivi inanellati in queste prime giornate, tre su tre. Inamovibile, almeno per il momento, Joronen tra i pali. La coperta fin troppo corta in difesa e un Diakité non ancora la 100%, ha spinto il mister ad arretrare a braccetto di destra la posizione di Pierozzi, andando così a completare il terzetto con Bani e Ceccaroni. Debutto in campionato da quinto per Gyasi, mentre è confermato a sinistra Augello. Tornano a comporre il duo a centrocampo Segre e Ranocchia, mentre torna titolare e con la fascia da capitano al braccio Brunori. Oggi, per il numero 9, una nuova compagnia: l’atteso Palumbo, per cui le aspettative sono alte, considerando anche le ottime prestazioni sfoggiate da subentrato. Chiavi dell’attacco consegnate a Pohjanpalo.
Ennesima partenza sprint per il club di viale del Fante, alla ricerca dell’immediato vantaggio come a Bolzano. Un pizzico di sfortuna e le prodezze di Cerofolini fermano però sul nascere le speranze dei padroni di casa. Non tarda ad arrivare così la prima ghiotta chance, con il duo Palumbo-Pohjanpalo che promette faville. Il tiro del finlandese è debole e centrale, troppo semplice per l’estremo difensore biancorosso. Meno di otto minuti dopo i numeri 5 e 20 ci riprovano, questa volta con la conclusione dell’ex Modena terminata sul fondo. Non arriva neanche il quinto minuto di gioco e anche Brunori prova a vestire la maglia da protagonista, sfruttando una perfetta parabola di Ranocchia. A pochi passi dalla porta, è il portiere pugliese a negare la gioia del gol al bomber italo-brasiliano, smanacciando la sfera da sotto la traversa.
La compagine palermitana conduce i primi dieci minuti con un’intensità asfissiante. Nel pallottoliere delle occasioni è da aggiungere anche l’incornata di Segre, dagli sviluppi di un corner, terminato di poco alto sopra la traversa. L’atteggiamento spregiudicato della squadra di Inzaghi, costringe i rosa a dover fare i conti con le incursioni velenose del Bari, come la volta sulla sinistra di Moncini, con il taglio però troppo lungo per Sibilli, o il tentativo velenoso di testa, sempre del numero 7.
La difesa alta è un’altra caratteristica della formazione rosanero, soprattutto nei primi trenta minuti, grazie alla certezza Bani e usufruendo al massimo del consentito le potenzialità e le capacità di inserimento, di spinta e di propulsione dei due braccetti, Pierozzi e Ceccaroni, puliti e ordinati in difesa e spesso protagonisti in area ospite. E’ il caso del numero 32, che tenta la caccia alla rete dell’1-0 con un potente diagonale. Cerofolini si supera ancora una volta, tranne poi ripetersi al trentatreesimo su Pohjanpalo, che a tu per tu, riesce ad imporsi con i piedi. L’ultimo tentativo lo regala Segre, che al quarantacinquesimo, sempre di testa e dagli sviluppi di un calcio d’angolo, è murato sulla linea dalle maglie rosse. Per il numero 8 prestazione di livello, condita da corsa e pressing instancabile, confermandosi perno imprescindibile del centrocampo. Un supporto essenziale per Ranocchia, oggi in leggero affanno a causa della fisicità strutturata dei pugliesi, autore di appetibili geometrie.
Freddezza e concretezza sono le parole d’ordine richieste nel secondo tempo. Il rientro in campo è però segnato dal nervosismo. Gli animi si surriscaldano, i nervi diventano tesi, ma il match non decolla, nonostante i cori assordanti degli oltre 30mila tifosi tra gli spalti del Renzo Barbera. Il clima non si distende e si infiamma ancor di più dopo la rete annullata a Brunori al cinquantanovesimo. Il Palermo si dimostra troppo evanescente e anche Gyasi si lascia incantare a tu per tu con Cerofolini.
Inzaghi insiste e ribadisce la fiducia nei propri ragazzi, effettuando la prima sostituzione “solo” al sessantanovesimo: fuori Palumbo, dentro Gomes. Si passa così al 3-5-2, all’occorrenza un 5-3-2 in fase di non possesso. Una mossa strategica del tecnico piacentino per ristabilire le gerarchie a centrocampo, dove negli ultimi minuti il Bari era riuscito pericolosamente a prendere il comando. Nessun cambiamento tattico, ma tanta freschezza con gli di Le Douaron e Diakité, per gli scarichi Brunori e Gyasi. La mossa si rivela vincente e pochi minuti dopo il francese estrae il coniglio dal cilindro, beffando con un calibrato destro a giro l’estremo difensore pugliese: 1-0.
Urge conservare e custodire gelosamente il risultato. Il tecnico piacentino ridisegna il centrocampo, affidandosi ad una formula più conservativa: Blin e Giovane, al posto di Ranocchia e Segre. A chiudere definitivamente il match, a recupero appena iniziato, ci pensa Gomes: 2-0.