Quattro persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza di Palermo, coordinata dalla Procura, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reati contro la Pubblica amministrazione e frode fiscale. Sequestrati beni per un milione di euro. I quattro sono ai domiciliari.
Il provvedimento segue l’esecuzione di un fermo nei giorni scorsi nei confronti di altre tre persone, ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla produzione di documentazione attestante il falso tale da consentire la permanenza sul territorio nazionale di extracomunitari. Sono state effettuate anche delle perquisizioni.
Le Fiamme gialle hanno fatto luce su “due associazioni a delinquere”, tra loro collegate, che pare riciclassero proventi illeciti. Sembrerebbe che attestassero “falsi contratti di lavoro” per consentire a extracomunitari di ottenere permessi di soggiorno. Secondo gli investigatori, certificavano anche le condizioni per permettere ad alcuni cittadini italiani di tentare di accedere alle indennità di disoccupazione.
Secondo le ricostruzioni, a fare da trait d’union tra le due associazioni un ragioniere palermitano, più volte nel tempo destinatario di inchieste giudiziarie anche nel settore fiscale, tanto da essere stato radiato dal proprio albo professionale. Le indagini hanno preso spunto da mirate investigazioni nei confronti di una serie di aziende operanti nel campo dell’edilizia che, prive di una reale struttura tecnico-imprenditoriale, hanno, sottolinea la Gdf “nel tempo ingenerato un vorticoso sistema fraudolento basato sull’emissione e sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per importi milionari. Terminale di questo circuito di documenti fiscali fittizi è risultata essere un’impresa del centro-nord che proprio in Sicilia si era aggiudicata un importante appalto pubblico (mediante la Consip), risultata in due anni aver ricevuto fatture per quasi 2 milioni di euro“.
Lo sviluppo delle indagini avrebbe poi consentito di acquisire prove circa l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che “traeva i suoi compensi dalla formalizzazione di fittizi rapporti lavorativi a favore di circa 150 cittadini extracomunitari richiedenti il rilascio e/o il rinnovo del permesso di soggiorno. Tale sodalizio criminale, di cui è stata dimostrata l’operatività criminale fino al mese di febbraio 2019, è risultato composto da cittadini italiani, tra cui il citato ragioniere, nonchè da extracomunitari che – ciascuno per la propria etnia di riferimento – hanno operato quali referenti e procacciatori di connazionali interessati all’ottenimento della falsa documentazione per richiedere il rilascio e il rinnovo dei titoli di soggiorno, in modo da legittimarne la permanenza sul territorio nazionale”.
Eloquente in tal senso, sottolineano gli inquirenti, il contenuto di una conversazione telefonica intercettata, in cui uno straniero, dopo avere ottenuto, dietro pagamento, il fittizio contratto di lavoro dal ragioniere, chiede al professionista: “Vedi se ci sono lavori capito. Anche poco soldi non c’è problema”.
Sarebbe stata rilevata anche una tentata truffa ai danni dell’Inps (che ha rigettato le domande) in quanto, evidenziano infine i finanzieri, “è emerso che il professionista aveva falsamente attestato fittizi rapporti di lavoro nei confronti di cittadini italiani per far loro accedere ai benefici dell’indennità di disoccupazione”.
L’appalto Consip “Scuole belle”. Gli investigatori stanno cercando di fare luce anche sull’appalto Consip “Scuole belle” con il quale si dovevano realizzare interventi per sistemare gli istituti scolastici di tutta Italia. Le accuse ipotizzate a vario titolo nei confronti dei quattro sono associazione a delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzo di fatture false, al riciclaggio e alla commissione di altri reati contro la pubblica amministrazione, falso e tentata truffa all’Inps.
Secondo le indagini del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, in Sicilia la cooperativa bolognese “l’Operosa”, vincitrice dell’appalto, avrebbe emesso un vorticoso giro di fatture false per un milione in modo da usufruire di notevoli vantaggi fiscali. Nei confronti della cooperativa è scattato un sequestro di beni per un milione.
Nel corso dell’indagine, coordinata dalla procura di Palermo, sarebbero stati scoperti 150 contratti di lavoro falsi fatti ad extracomunitari, per ottenere il permesso di soggiorno.