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Per la loro mostra personale da Spaziocentotre (in via principe di Belmonte 103 a Palermo), intitolata “Destudio” e curata da Christian Caliandro, il Laboratorio Saccardi (Marco Leone Barone e Vincenzo Profeta) propone una riflessione sull’arte condotta a partire dallo studio: lo studio come luogo di vita e di lavoro, lo studio come pratica e come specchio della pittura, lo studio, quindi, come spazio sia fisico che mentale.
I lavori del Laboratorio Saccardi si concentra sulla storia dell’arte e sull’eredità della pittura, agganciandole a un sistema di connessioni tra autori, riferimenti e metodi. L’occasione è quella di un trasloco vero e proprio: così, è come se le opere e il contesto nel quale erano inserite fino a poco tempo fa transitassero, momentaneamente, all’interno della galleria palermitana. Lo studio, così come avviene nel caso dei grandi maestri (basti pensare a de Kooning, Rothko, Pollock, Bacon) è dunque strettamente collegato all’idea della pittura, al punto da esserne direttamente costruito.
La tradizione, a volte ingombrante, dell’arte italiana e internazionale viene gestita con il piglio ironico e dissacrante che caratterizza questi artisti fin dai loro esordi: nelle loro mani, Morandi, de Chirico, Fontana, Manzoni, Modigliani, Pollock, Monet, Trombadori, Schifano e Boetti e altri collidono l’uno con l’altro e si trasformano in qualcos’altro, in una ricerca personale e originale calata nel contemporaneo.
La mostra sviluppa sempre, come già la personale Southern Blend di Nero e la collettiva The hanging garden una differente percezione della storia e della memoria artistica in base alla quale il contemporaneo autentico consiste nel collasso delle dimensioni temporali e gli oggetti antiquari incontrano in modo spontaneo gli oggetti contemporanei, nella convinzione che sia sempre la relazione attiva a determinare e a descrivere il presente.
Il Laboratorio Saccardi presenta, quindi, per l’occasione, oltre a una selezione di dipinti realizzati negli ultimi anni (alcuni dei quali mai esposti prima), anche una serie di nuovi lavori in ceramica, prodotti da Spaziocentotre, che dialogano con gli oggetti antichi e moderni presenti nello spazio.
La mostra è visitabile fino al 16 marzo.