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Il progetto Kaukana

Portato alla luce un relitto greco del VI secolo A.C. nel mare di Ispica (RG). Scarpinato: “La collaborazione tra la Regione e l’Università di Udine continua a dare grandi risultati scientifici” CLICCA PER IL VIDEO

mercoledì 16 Luglio 2025
Un altro importante tassello della storia del mediterraneo riaffiora dai fondali della Sicilia. Al largo di Santa Maria del Focallo, nel territorio di Ispica, è stato quasi del tutto portato alla luce un relitto greco databile tra il VI e il V secolo a.C., che giace a sei metri di profondità.
Il risultato arriva al termine dell’ultima campagna di archeologia subacquea condotta dal Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine e dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana.
Oltre alla struttura della nave, le ricerche hanno permesso anche di trovare l’albero dell’imbarcazione, ceramiche a figure nere, un piccolo unguentario con incisa in lingua greca la parola “NAU” (nave) e un pezzo di cima utilizzata a bordo, in eccezionale stato di conservazione. Il relitto I resti, inizialmente sepolti da uno strato frammisto di sabbia e massi, sono stati portati parzialmente alla luce a partire dal 2024.
La nuova campagna ha permesso, grazie all’utilizzo di una sorbona ad acqua, di avanzare di circa due metri con la trincea di scavo che è stata anche allargata fino al totale esaurimento del deposito archeologico. Ciò ha consentito di individuare altre parti dell’ossatura della nave.
“Come osservato nella prima campagna di ricerche sul relitto di Santa Maria del Focallo – spiega il coordinatore del progetto Kaukana, Massimo Capulli, docente di archeologia subacquea e navale – lo scafo è estremamente delicato a causa dei molluschi che si cibano di legno e i cui segni sono ben visibili nelle centinaia e centinaia di fori che hanno lasciato. Tuttavia, procedendo con la dovuta cautela, siamo riusciti a documentare nuove e importanti parti della nave, compreso il suo albero, che si preserva assai raramente”.

 

Per l’assessore regionale ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, “la collaborazione tra la Regione Siciliana e l’Università di Udine continua a dare grandi risultati scientifici. Questo progetto è un esempio concreto di come il lavoro congiunto possa arricchire la conoscenza della nostra storia”. 
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