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La situazione

Pozzi, dissalatori e 128 milioni per l’emergenza acqua: dal governo regionale risposte concrete alla crisi idrica CLICCA PER IL VIDEO

lunedì 8 Settembre 2025

Nel 2025 la Sicilia continua a fare i conti con una situazione idrica critica, bassi livelli negli invasi, perdite ingenti nella rete e un contesto climatico sempre più arido. Tuttavia, il governo regionale guidato da Renato Schifani ha attivato una serie di interventi decisi per arginare la crisi e gettare le basi per una gestione più sostenibile dell’acqua.

Se prima sapevamo che pioveva una certa quantità di acqua di pioggia, 700 millimetri circa, adesso il dato è variato, sceso fino a 400 millimetri d’acqua. Di conseguenza, una minore quantità di pioggia corrisponde a una minore quantità di acqua disponibile negli invasi artificiali, una minore ricarica di risorsa idrica e così via. E le alte temperature hanno prosciugato gli invasi rendendo la situazione idrica sempre più problematica. Una crisi non solo climatica, ma anche e soprattutto strutturale.

E’ cambiato l’ecosistema, sono cambiate le stagioni, abbiamo visto la comparsa di fenomeni come le bombe d’acqua, piccoli temporali, tifoni, tempeste pesanti. E’ cambiato l’equilibrio che prima avevamo con l’anticiclone delle azorre, che arrivava, si posizionava e consentiva un’estate articolata nel Mediterraneo. Oggi è tutto cambiato, spesso l’anticiclone Sariano sale, si piazza sulla Sicilia, sulla Calabria e non consente nessuna movimentazione di altre aree. E determina questi temporali terribili“. Ha detto Schifani analizzando la situazione della nostra Isola.

Le radici del problema

I cambiamenti climatici in primis, anni consecutivi di scarsa piovosità e temperature anomale hanno prosciugato le riserve idriche. Poi le infrastrutture inadeguate, gran parte degli invasi non è collaudata o è sotto-utilizzata per carenze tecniche e manutentive; su 46 invasi, solo 20 sono pienamente operativi, 8 funzionano con limitazioni e i restanti sono ancora in fase di collaudo o in disuso. Ancora, la gestione inefficiente, perdite nella rete idrica superano il 50%, amplificando la carenza reale di risorse.

La risposta della Regione Siciliana

Schifani all’Etna Forum di Ragalna

Renato Schifani e il suo governo sta lavorando a delle misure specifiche. Ad elencarle è stato lo stesso governatore nel corso dell’Etna Forum di Ragalna, manifestazione andata in scena qualche settimana fa.

Lo scorso anno ho capito che dovevamo organizzarci alle mutazioni che la nostra Isola ha subito negli anni. Gli incendi, le perturbazioni di aria calda, con la propria intensità hanno dato luogo a devastazioni di macchia verde. E allora ci siamo confrontati”. Queste le parole del governatore, ringraziando anche il direttore della Protezione civile regionale.

Ringrazio Salvo Cocina, perché mi ha dato e che mi da una grandissima mano. Rigrazio le istituzioni, tutti i nostri volontari, i nostri dipendenti della protezione civile“.

Centinaia di interventi sono stati lanciati su tutto il territorio. Riduzione dei prelievi, ricerca di nuove sorgenti, riduzione delle perdite. Grazie a progetti finanziati con circa 128 milioni di euro (80 dalla Regione, 48 dallo Stato), si stima oggi una copertura delle riserve idriche per almeno 11 mesi, anche in scenario di precipitazioni nulle.

La Regione ha anche richiesto l’intervento dello Stato per beneficare il comparto agricolo attraverso sgravi fiscali, moratorie, sospensione dei canoni di bonifica, e semplificazioni burocratiche per le imprese colpite. E’ stato istituito un Osservatorio regionale sulle risorse idriche per monitorare in tempo reale la situazione degli invasi.

Accanto agli impianti emergenziali, Siciliacque sta realizzando un piano pluriennale da oltre 250 milioni di euro, finalizzato a potenziare le dorsali acquedottistiche regionali, inclusi pozzi, sorgenti, acquedotti, impianti di sollevamento, digitalizzazione delle reti e incremento dell’efficienza energetica degli impianti.

Nel 2024 abbiamo recuperato 2mila litri di acqua al secondo intervenendo sui pozzi, abbiamo stanziato somme per realizzare pozzi, sorgenti, riparazioni di deviazioni fluviali che facevano mandare l’acqua al mare, ramping dei vecchi pozzi. Duemila litri su un previsto di 3mila e 200 che contiamo di raggiungere entro quest’anno e l’anno prossimo“.

Nel 2024 fu avviato un piano per riattivare i dissalatori dismessi e installarne di nuovi moduli mobili come risposta urgente alla crisi.

Schifani ha spiegato la strategia della Regione, cioè quella di recuperare quanti più litri d’acqua al secondo. Da questo punto di vista una grossa mano d’aiuto potrebbe arrivare appunto dai dissalatori. Un nuovo uso dell’acqua che favorirebbe, a sua volta, l’agricoltura e gli operatori del settore, con un maggior impiego delle risorse provenienti dalle dighe. Un lavoro complesso e che richiederà del tempo.

Contiamo di azionare 350 litri al secondo di acqua dolce che, aggiunti ai dissalatori che realizzeremo su Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanistetta, Enna, contiamo di risolvere l’emergenza idrica con 5mila litri al secondo. Siamo già a quota 3mila, la strada tralciata è quella“.

Un effetto positivo anche per l’agricoltura. 

“Ci sono delle dighe in cui preleviamo acqua sia potabile sia per irrigare, tuttavia più acqua si ha per esigenze idriche e meno se ne ha per l’agricoltura: quando invece ci sono più possibilità di acqua potabile ne preleviamo meno dalle dighe e possiamo darne di più all’agricoltura, quindi il sistema agricolo ne risentirà molto positivamente. L’anno scorso l’emergenza era stata terribile e non eravamo attrezzati per affrontarla: alcune coltivazioni hanno subito danni e alcuni raccolti sono andati dispersi, mentre invece ora contiamo di salvare tutto; questa crescita dell’acqua potabile può consentire alle dighe di dare più acqua agli agricoltori”.

La crisi idrica in Sicilia è una ferita aperta, alimentata da un mix di crisi climatica, risorse gestionali arretrate e scelte politiche discutibili. Tuttavia, la risposta regionale ha mostrato di saper reagire con rapidità. La sfida futura sarà trasformare queste misure straordinarie in un sistema resiliente, solido e sostenibile.

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