Già dal monitoraggio della prossima settimana potrebbero cambiare i parametri che definiscono i colori delle regioni, a partire dall’Rt, ma non c’è ancora l’accordo nella maggioranza su coprifuoco e riaperture.
Prosegue infatti il pressing delle forze politiche di maggioranza e opposizione a suon di mozioni per posticipare o abolire il coprifuoco.
CENTRODESTRA COMPATTO
Il centrodestra insiste infatti e per alzare il pressing e ha presentato al Senato una mozione firmata da tutte le forze politiche, Lega, Forza Italia, Udc e Cambiamo: via il coprifuoco, è la richiesta, anticipare le riaperture previste per giugno e luglio, dunque ristoranti al chiuso, palestre, parchi tematici, fiere, convegni e congressi, consentire l’organizzazione di eventi e cerimonie dando il via libera al settore del wedding, aprire gli stadi al pubblico e i centri commerciali nel fine settimana.
IL COMPROMESSO
È probabile che l’unica decisione che verrà presa è il posticipo del coprifuoco alle 23.
Il compromesso, dicono diverse fonti ministeriali, potrebbe essere appunto nel posticipo del coprifuoco alle ore 23 e nella definizione di una data certa per quei settori che non hanno ripreso le attività: il wedding, che potrebbe ripartire il 15 giugno, i centri commerciali, che potrebbero tornare a lavorare nei fine settimana dal 23 di maggio. Non dovrebbero esserci invece novità per i ristoranti al chiuso, le palestre (il decreto prevede il 1 giugno) e i parchi tematici (1 luglio).
“Credo che ci sia il margine per uno slittamento dell’orario di restrizione dei movimenti. Poi se saranno le 23 o le 24 è una scelta che spetta al governo”. Così il professor Franco Locatelli, ospite stamane di Agorà, in vista della cabina di regia sul tema riaperture di lunedì 17 maggio. Lo slittamento potrebbe avvenire, spiega Locatelli, sempre “premesso che la scelta spetta alla politica e premesso che i numeri che avremo venerdì certamente serviranno per prendere decisioni compiute”.
RISTORATORI IN PRESSING
Pressing delle imprese della ristorazione per far slittare il coprifuoco di un paio di ore, dalle 22 alle 24 o per eliminarlo del tutto. La partita in gioco è importante, quasi vitale, per ridare fiato ai pubblici esercizi, soprattutto ai ristoranti, che potrebbero incassare fino a 2-3 miliardi in più al mese.
Le stime parlano chiaro anche se i rappresentanti della categoria vanno ognuno per sé. Due ore di aperture serali valgono, in un mese, 2,5 miliardi di consumi recuperati secondo la Confesercenti. Mentre per Coldiretti il superamento del coprifuoco e la possibilità di apertura all’interno dei locali per il servizio al tavolo e al bancone di bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi in tutta Italia, vale, in termini di fatturato, almeno 3,5 miliardi di euro al mese. Più cauta la Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio che stima circa 10 milioni in più al giorno, quindi sui 300 milioni di euro aggiuntivi al mese.
TURISMO IN FIBRILLAZIONE
Ma anche il mondo del turismo è in grande fibrillazione contro il coprifuoco, un grande deterrente per far tornare gli stranieri in Italia e non solo. “Un’ora in più di coprifuoco fa la differenza in un sistema basato sulla competitività con altri Paesi” sottolinea Giuseppe Roscioli, vicepresidente vicario di Federalberghi che si scaglia contro gli annunci: “Nel mondo del turismo i danni maggiori si fanno con gli annunci, basta un annuncio sbagliato o incauto per frenare centinaia di migliaia di persone e convincerle a scegliere un posto anziché un altro” ed il riferimento è all’annuncio del coprifuoco fino al 31 luglio.
Nei giorni scorsi anche la Fiavet, per bocca della sua presidente si era espressa decisamente contro questa misura “è odioso, va tolto quanto prima, i cittadini non comprendono, figuriamoci in una ambito turistico”. E per la revisione del coprifuoco è anche il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Vittorio Messina. “Servono coraggio e chiarezza bisogna rivedere immediatamente il coprifuoco – ha affermato Messina – le attività hanno bisogno di un cronoprogramma certo, conoscere subito le modalità con cui far ripartire il turismo nei prossimi mesi, diversamente non sarà possibile progettare il riavvio delle attività”.