Digitalizzazione, semplificazione e ringiovanimento della macchina burocratica nazionale. Di questo si è parlato nella diciassettesima tappa di “Facciamo semplice l’Italia. PArola ai territori“, evento promosso a livello nazionale dal ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo. Il titolare del dicastero era oggi presente a Palermo, in via Generale Magliocco, per parlare del futuro del comparto burocratico nazionale e non solo. Ad affiancarlo sul palco una serie di interlocutori. Fra questi il sindaco Roberto Lagalla, il parlamentare nazionale Giorgio Mulè e il presidente della Regione Renato Schifani.
L’obiettivo di Zangrillo: “600 processi semplificati entro il 2026”
Un modo per ascoltare i territori nel processo di riforma degli uffici e delle relative diramazioni, some spiegato dal ministro Paolo Zangrillo. “Abbiamo deciso di farlo attraverso una condivisione con le nostre diramazione. La vera Pubblica Amministrazione è quella che sta a contatto con i territori. Sono incontri nei quali vogliamo ascoltare. L’obiettivo, contenuto nel PNRR, è quello di semplificare 600 procedure entro il 30 giugno 2026. Il primo step era quello di 200 procedure semplificate al 31 dicembre 2024. Siamo in vantaggio visto che ne abbiamo portate già 250 in Consiglio dei Ministri“.
Il plauso alla Regione Siciliana
Poi il plauso all’azione amministrativa di Renato Schifani. “La Sicilia è una Regione rilevante nell’economia del nostro paese. Devo dire che il presidente Schifani sta facendo un lavoro straordinario nel percorso di innovazione e modernizzazione della Pubblica Amministrazione. E’ importante essere qui per capire le esigenze di questa Regione, al fine di esprimere una semplificazione customizzata ed adattata a questa realtà“.
Assunzioni e turnover
La parola d’ordine rimane comunque quella di svecchiare il personale amministrativo. A patto che lo stesso si apra maggiormente al mondo della formazione professionale. “Veniamo da un’epoca complicata dettata dal blocco del turnover, il quale ha depauperato gli uffici da un punto di vista quantitativo e qualitativo. Abbiamo digitalizzato le nostre procedure concorsuali e stiamo facendo un lavoro di potenziamento della formazione. Quando sono arrivato, il tempo medio dedicato dai dipendenti pubblici era di sei ore all’anno. Ho chiesto di garantire almeno quaranta ore. E’ necessario. Il mondo cambia. La formazione è una leva strategica e se vogliamo che la PA sia la spina dorsale del nostro sistema pubblico, abbiamo bisogno di personale preparato“.
L’IA a sostegno dell’uomo
Un elemento chiave per il futuro è l’innovazione tecnologica. Una modernizzazione dei processi attraverso l’utilizzo dell’IA. Uno strumento capace, a giudizio di Zangrillo, di affiancare ma non di sostituire l’uomo. “Sono un fautore dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. E’ uno strumento nella disponibilità dell’uomo. Non ha cuore. Non ha una coscienza. Ma è uno strumento che ci aiuta a gestire una mole enorme di dati ad una velocità nettamente superiore. Dobbiamo utilizzare l’IA per sottrarre le persone da attività ripetitive, impiegandole ad attività che portano valore aggiunto dal punto di vista intellettuale. La stiamo utilizzando molto nell’operatività dei nostri sportelli unici e sulle procedure concorsuali. Non illudiamoci. La macchina non sostituirà mai l’uomo. Dobbiamo utilizzarla però in modo intelligente“.
I nodi da sciogliere: l’accesso ai servizi
Sul fronte dell’accesso ai servizi invece c’è ancora tanto da fare. A parlare di alcuni progetti per il futuro è lo stesso titolare del dicastero alla Pubblica Amministrazione. “Siamo arrivati ad un utilizzo degli strumenti di dialogo con i cittadini che fa ben guardare verso il futuro. Lo SPID è detenuto da 40 milioni di italiani. Risultati positivi che riguardano la carta d’identità elettronica. Stiamo lavorando sull’IT Wallet, ovvero il portafoglio elettronico. Lo stiamo sperimentando in diverse regioni del paese. Ci consentirà di avere diversi certificati in tempo reale. Abbiamo un progetto importante con Poste Italiane, denominato Polis. E’ un progetto che prevede, nei comuni sotto i 15.000 abitanti, l’installazione di un totem che consentirà ai cittadini di recuperare dei certificati senza la necessità di prenotarsi nei comuni. Anche su questo fronte guardo al futuro con fiducia“.