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Razza: “Il governo investe sulla sanità. Tagliare le liste di attesa? Il problema è chi amministra i territori” CLICCA PER IL VIDEO

sabato 30 Novembre 2024

Tra i “dossier” più caldi sul tavolo della politica quello della sanità ha certamente catturato l’attenzione. Tanti sono i capitoli al vaglio e oggetto di discussione, come l’abbattimento delle liste di attesa o le premialità per i medici che prestano servizio sia nei reparti di emergenza e urgenza svantaggiati carenti di risorse umane sia nei presidi ospedalieri ubicati nelle zone interne.

Non solo a livello regionale, ma anche nazionale. Per l’eurodeputato Ruggero Razza la strada tracciata è quella giusta: “Il governo nazionale sta investendo sulla sanità. Questo non è avvenuto con i governi di sinistra che hanno tagliato trentasette miliardi di euro alla sanità. Questo governo ha invertito la tendenza anche con una decisione importante come l’abolizione del test di ingresso alla facoltà di Medicina, una delle cause principali della mancanza di medici e di professionisti“.

La carenza di medici è un tema finito sotto la lente di ingrandimento della Finanziaria. Nelle scorse settimane, infatti, tra gli emendamenti approvati in commissione Salute, uno riguarda il personale socio-pedagogico da impiegare all’interno delle strutture sanitarie. Un provvedimento già affrontato nella scorsa Manovra, ma da corretto a fronte di un’impugnativa da parte del governo nazionale. Per questa categoria la commissione ha pensato di adottare una misura diretta a stabilizzare e a mettere a ruolo una buona parte di figure professionali in giro per l’Isola dopo il licenziamento. Una norma anche per le premialità, circa diciottomila euro l’anno in più per i medici che vanno a prestare servizio sia nei reparti di emergenza e urgenza svantaggiati carenti di risorse umane, come appunto i pronto soccorso, sia nei presidi ospedalieri ubicati nelle zone interne siciliane dove spesso a mancare sono proprio i professionisti e tutte quelle figure specialistiche. Su quest’ultima la partita è ancora aperta. Nei giorni scorsi è arrivata la decisione durante la seduta in Commissione Bilancio di bloccare l’aumento dei fondi da dieci a venti milioni di euro. In commissione c’è stato spazio anche per le borse di studio per gli specializzandi in ambito sanitario non medico.

Ci vorrà ancora qualche anno – ha evidenziato l’ex assessore regionale alla Salute – ma il presidente Meloni ha dimostrato che sulla sanità vuole fare tantissimo e le Regioni devono essere in linea con il governo. Se viene varato un provvedimento che consente di tagliare le liste di attesa utilizzando risorse messe a disposizione dalle Regioni e poi quest’ultime non sono capaci di usufruirne il problema non è più del governo nazionale, ma della qualità degli amministratori nei territori“.

Il governo siciliano ha già destinato alcune delle proprie risorse per abbattere le liste di attesa e da Roma è giunta la decisione di introdurre un sistema con “poteri sostitutivi” in caso di ritardi e inadempienze da parte delle Regioni, con un Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria del Ministero. Se attuato in Sicilia il decreto solleverà inevitabili polemiche, considerando le criticità, frutto di anni di gestione inefficace, di un sistema burocratico rallentato da inefficienze, di una rete territoriale ancora assente e una ospedaliera non al passo con gli standard nazionali.

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