“La storia della Italo Belga presenta diversi buchi“. Non usa mezzi termini il presidente della Commissione Antimafia all’Ars Antonello Cracolici, che nel corso di una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni, anche alla presenza della segretaria della Commissione Roberta Schillaci, ha presentato la relazione approvata nei giorni scorsi all’unanimità dalla Commissione sul rischio di infiltrazioni mafiose nella gestione dei beni demaniali in concessione.
La Commissione infatti ha chiesto alla Regione che venga “immediatamente revocata la concessione demaniale alla Mondello Immobiliare Italo Belga S.A. per avere la stessa: trasferito ad altra società servizi oggetto di concessione in violazione dell’art. 45 bis del codice della navigazione e dell’art. 186 del d.lgs. 31 marzo 2023 n. 36. Chiede inoltre che l’amministrazione regionale rafforzi i propri controlli in materia, estendendoli a tutti i concessionari di beni demaniali. Dispone che la presente relazione e gli atti in essa citati siano trasmessi alla Procura della Repubblica di Palermo per le valutazioni di competenza“.
La società Italo Belga detiene la concessione da circa cento anni. L’accento è stato sugli ultimi 30 anni. Nel 2005 l’ultima proroga in forza di legge, che modifica strutturalmente l’ultima che risale al 1992 e che raddoppia l’area della concessione. Nel 2023 il rinnovo e la richiesta della certificazione antimafia, richiesta per la prima volta da 33 anni, che accende i primi riflettori sul caso.
Una condizione, quella della società Italo Belga, che allarga gli orizzonti. Il presidente Cracolici, infatti, ha sottolineato come in Sicilia ci siano oltre 4mila concessioni demaniali rilasciate dalla Regione. “Oggi – ha spiegato Cracolici – non abbiamo idea sulle formali concessioni rilasciate e su ciò che succede in questi, ma sappiamo cos’è successo nella Italo Belga, che non ha mai comunicato di aver esternalizzato a terzi i propri servizi previsti all’interno della concessione“. Si tratta della società G.M. Edil: dalla manutenzione ordinaria e straordinaria di lettini, ombrelloni e sedie incluso il loro lavaggio, la manutenzione ordinaria e straordinaria delle cabine in legno, la misurazione del litorale funzionale alla definizione delle piante, lo spianamento e livellamento con mezzo meccanico dell’arenile comprensivo della raccolta e trasporto per il corretto smaltimento del materiale di risulta, la pulizia straordinaria con mezzo meccanico dell’arenile comprensivo della raccolta e trasporto per il corretto smaltimento del materiale di risulta, la pulizia ordinaria stagionale da eseguirsi in maniera costante e continua durante la stagione balneare, l’allestimento dei lidi, l’istallazione, il montaggio e lo smontaggio delle cabine in legno, il posizionamento, allineamento e mantenimento in acqua di boe di segnalazione, la chiusura ordinaria e straordinaria delle cabine in muratura e la loro manutenzione ordinaria, la pulizia con mezzo meccanico della sabbia, la manutenzione della passeggiata, la conservazione dei materiali nel periodo in cui non sono istallati, lo smaltimento dei rifiuti. I contratti, per di più, arrivano persino a specificare che gli accordi stipulati “in ogni caso non escludono tutte le altre attività che sono normalmente necessarie per l’allestimento stagionale dei lidi” e “per lo smontaggio stagionale dei lidi e la manutenzione e la pulizia dei terreni“. Inoltre, secondo la Commissione, non risultano attività ispettive da parte della Capitaneria di porto e dalla guardia fi finanza.

“La verifica in maniera inequivocabile che nella gestione della concessione demaniale di Mondello, da parte della società Italo Belga, ci sono state gravi violazioni al codice della navigazione e al codice antimafia, ha portato la commissione regionale Antimafia ad approvare una relazione che sarà posta al vaglio della procura della Repubblica di Palermo. Sono troppe le omissioni e le relative inottemperanze rispetto alla gestione della spiaggia di Mondello, e la carenza di un’adeguata vigilanza da parte dell’Amministrazione regionale . La commissione regionale Antimafia ha svolto un’indagine conoscitiva con molto scrupolo, verificando che a fronte di una concessione demaniale che va avanti ormai da immemori decenni, la documentazione antimafia sembrerebbe essere stata richiesta dalla Pubblica amministrazione per la prima volta solo nel 2023. In tutto ciò è emerso che molte delle attività sono state esternalizzate, in modo preponderante alla GM Edil su cui la prefettura di Palermo ha emesso ora una interdittiva antimafia. Per chi come me, già quindici anni fa con il Movimento Cinquestelle, aveva promosso una campagna per liberare la spiaggia di Mondello dalle cabine, ciò che ora sappiamo conferma che attorno alla gestione della spiaggia ruotavano troppi interessi, talvolta anche opachi. Oggi la battaglia è sul ripristino della legittimità e della legalità. Ora altre autorità competenti dovranno accertare le responsabilità in capo ai soggetti interessati“. Ha dichiarato Roberta Schillaci.
L’indagine nasce dalla segnalazione del leader di Controcorrente Ismaele La Vardera, che ha inoltrato alla Commissione una missiva riservata ed urgente avente ad oggetto una “richiesta di urgente audizione in merito a possibili criticità antimafia nella concessione del lido di Mondello (PA) alla società Italo Belga, a causa di soggetti legati a famiglie mafiose tra i dipendenti della società concessionaria“. La Vardera denuncia “un quadro fortemente preoccupante sulla gestione effettiva del lido e sulla trasparenza dei rapporti tra soggetti privati e patrimonio demaniale regionale“, esprimendo preoccupazione per i possibili profili di incoerenza con la normativa antimafia che intende prevenire qualunque forma di infiltrazione, controllo indiretto o condizionamento da parte di soggetti legati, anche solo per vincoli parentali e ambientali, a contesti mafiosi. In particolare, l’autore, nella sua segnalazione, riferiva di essere stato oggetto di atteggiamenti percepiti come aggressivi posti in essere da alcuni dipendenti della menzionata società, in occasione di un suo intervento presso il lido gestito dalla stessa e volto a verificare la sussistenza di irregolarità, tra cui l’installazione di strutture fisse, come staccionate e tornelli, che limitano di fatto l’accesso libero dei cittadini ad un’area demaniale di proprietà della Regione Siciliana. Da alcune successive verifiche, prosegue la segnalazione inviata alla Commissione, sarebbe emerso come alcuni tra i dipendenti della società Mondello Immobiliare Italo Belga S.A., per quanto incensurati, sarebbero legati da vincoli di parentela con importanti boss mafiosi. L’autore della segnalazione chiedeva, dunque, di essere ascoltato con urgenza, al fine di riferire dettagliatamente quanto appreso, consegnare documentazione utile e contribuire a un eventuale avvio di accertamenti istituzionali.
Nel corso dell’audizione svolta lo scorso 30 settembre, come si legge dalla relazione, La Vardera “riferiva di aver rilevato che sette dipendenti della Mondello Immobiliare Italo Belga S.A, concessionaria di beni demaniali risulterebbero legati da vincoli di stretta parentela con il boss Salvatore Genova, condannato nel 2004 a diciotto anni di reclusione per associazione mafiosa. Tra essi, solo uno avrebbe precedenti penali e rivestirebbe un ruolo attivo nel clan, oltre a essere stato arrestato, anni addietro, nell’ambito di un’operazione allo stabilimento Charleston – proseguiva – in cui emerse che la stessa struttura era in mano ai Genova. Gli altri congiunti del boss – tutti incensurati – sarebbero stati assunti dal fratello del boss, anch’egli dipendente della Mondello Immobiliare Italo Belga S.A., il quale si sarebbe occupato tra l’altro proprio delle assunzioni per la società. Tra essi figurerebbe anche la moglie di Salvatore Biondino, noto per essere stato arrestato insieme a Totò Riina. L’audito poneva l’accento sul fatto che, per quanto i dipendenti in questione non occupassero formalmente ruoli di vertice nell’ambito della Mondello Immobiliare Italo Belga S.A., il numero di soggetti legati da vincoli familiari ad importanti esponenti mafiosi ed il ruolo de facto svolto almeno da alcuni di essi nella società, meritasse una riflessione più approfondita“.
Aperte e concluse così le indagini della Commissione e il ciclo di audizioni, la relazione sarà ora trasmessa alla Procura della Repubblica, alla Regione, all’assessorato Territorio e Ambiente e alla Commissione antimafia nazionale.

Il deputato regionale e leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera ha aggiunto: “Ho appreso delle conclusioni della commissione regionale Antimafia che afferma quello che denuncio da mesi e cioè che la concessione alla Italo Belga va rimossa. Il presidente Cracolici e la sua commissione si è però spinta oltre, inchiodando nei fatti e negli atti le gravi omissioni da parte del dipartimento regionale dell’assessorato Ambiente. Si legge infatti nella relazione finale, che ‘l’amministrazione regionale autorizza la Mondello Immobiliare Italo Belga S.A. ad avvalersi della Gm Edil per le attività di pulizia dell’arenile in preparazione della stagione balneare 2022’. Come mai la regione non ha mai chiesto la certificazione antimafia obbligatoria alla Gm Edil? Si aprono scenari inquietanti che meritano riflessioni su responsabile dei dirigenti che a mio avviso vanno rimossi con effetto immediato. Chi ha sbagliato deve pagare, il presidente della regione, Renato Schifani che sul caso non ha mai detto una parola, adesso rimuova la concessione e all’assessore Tamajo adesso deve prendere una posizione, considerato che questa società opera nel suo ‘feudo’ elettorale”.




