L’abbandono illegale di rifiuti. Una vera piaga per la città di Palermo. In numerose occasioni gli uffici dell’Amministrazione sono dovuti intervenire per rimuovere vere e proprie discariche abusive. Un fenomeno tristemente noto e al quale, al momento, non si è riusciti a mettere una pezza. A pagare sono i contribuenti, attraverso i prelievi che si rendono necessari di volta in volta dal fondo di riserva del bilancio comunale. Eppure non si può fare altrimenti, almeno perora. I casi non si contano più. L’ultimo, solo in ordine cronologico, riguarda gli spazi dell’ex Chimica Arenella. Una struttura che l’Amministrazione sta provando a riqualificare ma nel quale, purtroppo, si è formato un enorme cumulo di spazzatura. Un mucchio nel quale, purtroppo, secondo quanto documentato dal consigliere comunale della DC Natale Puma, si registrerebbe la presenza di alcune lastre di amianto.
La situazione all’ex Chimica Arenella
Solo nell’ultimo periodo, la Giunta Comunale ha dovuto destinare circa 700.000 euro per togliere carcasse di rifiuti del genere. Gli interventi, in alcuni casi per rimuovere proprio residui di amianto, interesseranno tre aree del capoluogo siciliano. Si tratta della bretella dello svincolo di Brancaccio, di via Maccionello (Cruillas) e di via San Nicola (ZEN). Siti già noti per simili episodi di illegalità. Una lista che, purtroppo, si allunga di giorno in giorno. L’ultimo caso è quello relativo all’immenso cumulo di spazzatura formatosi all’interno dell’ex Chimica Arenella. Le potenzialità di questo polo sono tantissime. Ad oggi purtroppo rimangono inespresse, anche a causa della mano di alcuni incivili.
A spiegare la situazione è il consigliere della Democrazia Cristiana Natale Puma. “Questa discarica a cielo aperto si è formata circa otto mesi fa. Occupa un’area molto vasta, anche a causa dei continui abbandoni di spazzatura resi possibili da alcuni varchi aperti. Abbiamo condotto diversi sopralluoghi sul posto. L’Amministrazione ha reperito i soldi all’interno del fondo di riserva, in modo da poter finanziare i lavori di bonifica. Rap si è messa subito al lavoro per incaricare una ditta specializzata. Ma da solo questo intervento non basta – conclude Puma -. Bisogna installare delle telecamere per colpire i responsabili. Inoltre, c’è la necessità di chiudere il varco di accesso presente in zona. Ci sono case e perfino una zona. Non è possibile accettare il verificarsi di certi fenomeni“.