Lunedì 21 luglio prenderanno il via, a San Giuseppe Jato, i campi di impegno e formazione del progetto E!state Liberi!, dedicati ai beni confiscati alle mafie dell’Alto Belice Corleonese. L’iniziativa, promossa dall’associazione Libera, è realizzata in collaborazione con Libera Terra, SPI CGIL Palermo e Legacoop Sicilia.
I campi, previsti per l’estate 2025, saranno in totale cinque e coinvolgeranno giovani e adulti provenienti da tutta Italia. Il primo campo, dal 21 al 27 luglio, sarà dedicato ai giovani soci delle Cooperative di Consumo Italiane. A seguire, il secondo e il terzo campo si svolgeranno dal 25 al 31 agosto e dall’8 al 14 settembre, accogliendo partecipanti dalla Val Pusteria (Trentino-Alto Adige). Il quarto campo, dal 15 al 21 settembre, sarà riservato ai soci di Unicoop Tirreno, mentre il quinto e ultimo, dal 22 al 28 settembre, coinvolgerà i soci di Coop Lombardia.
I partecipanti saranno ospiti delle cooperative Placido Rizzotto – Libera Terra e Pio La Torre – Libera Terra, presso la foresteria E!state Liberi!, ubicata in contrada Dammusi, bene confiscato alla mafia situato a circa 3 km dal centro urbano di San Giuseppe Jato.
Durante il soggiorno, i campisti avranno l’opportunità di conoscere da vicino le attività di valorizzazione dei beni confiscati condotte dalle cooperative, grazie al lavoro sinergico con il Consorzio Sviluppo e Legalità. Potranno inoltre esplorare la storia e le dinamiche sociali dell’Alto Belice Corleonese, un territorio profondamente segnato dalla presenza mafiosa ma al tempo stesso protagonista di un solido movimento antimafioso nato dalla rivendicazione dei diritti dei più deboli.
Il percorso formativo sarà arricchito dalla partecipazione di realtà associative locali, da sempre impegnate nella costruzione di una memoria collettiva, come l’Associazione Portella della Ginestra, l’Associazione Kaleidos, la sezione locale dell’ANPI, e le Amministrazioni Comunali, storicamente sensibili alla promozione del riutilizzo sociale dei beni confiscati.
“Vogliamo che i partecipanti tocchino con mano e vedano con i propri occhi – dichiara Francesco Citarda, Presidente della Cooperativa Placido Rizzotto – Libera Terra – quali sono i benefici concreti che il riutilizzo sociale dei beni confiscati può generare per il territorio e la comunità. Vogliamo che comprendano che i siciliani non sono un popolo fatalmente piegato al volere mafioso, ma un popolo che ha sempre lottato per i propri diritti. Diritti, primo fra tutti quello al lavoro, che Libera Terra intende promuovere attraverso il riutilizzo sociale dei beni confiscati.”