Gli uffici di Davide Zoggia assistente dell’eurodeputato siciliano del Pd Pietro Bartolo all’Eurocamera di Strasburgo sono stati posti sotto sigillo, I sigilli sono stati apposti questa mattina, ha confermato una persona del suo staff.
A Strasburgo infuriano le polemiche. La conferenza dei presidenti dei gruppi politici del Parlamento Europeo ha attivato la procedura prevista dall’articolo 21 del regolamento, per revocare la carica di vicepresidente dell’Aula alla greca Eva Kaili, attualmente detenuta per sospetta corruzione ad opera del Qatar. Per attivare la procedura ex articolo 21 occorre una maggioranza dei tre quinti dei voti espressi, che rappresentino almeno tre gruppi politici. E poco dopo mezzogiorno l’aula ha approvato la destituzione dalla carica di vicepresidente del Pe dell’eurodeputata greca Eva Kaili. L’aula ha votato sì con la maggioranza di oltre due terzi (625 voti), come previsto dal Parlamento. Un solo contrario e due astenuti.
Bartolo su Zoggia ha detto: «Se le accuse nei confronti dei sospettati di essere coinvolti negli episodi di corruzione ad opera del Qatar si riveleranno “vere”, allora devono rinchiuderli e “buttare la chiave nella Fossa delle Marianne». Bartolo ha comunque difeso il suo collaboratore: «E’ un assistente condiviso con Brando Benifei, in associazione. Davide Zoggia – spiega – non c’entra proprio nulla in questa storia: lui si è trovato implicato perché era ospite di Meroni, che era sotto attenzione. Zoggia abitava in subaffitto nella casa di Meroni: sono andati per cercare Meroni, ma hanno trovato Zoggia, che è caduto dalle nuvole. Gli hanno preso il telefono. Zoggia è un mio assistente e non si è occupato di questa faccenda, brutta. E’ una cosa schifosa, sta gettando fango su tutti». «Spero – prosegue l’eurodeputato – che si faccia luce quanto prima. La magistratura sta lavorando, devo dire, abbastanza bene. Ma questo attacco feroce da parte dei giornali e delle tv al Pd, ai Socialdemocratici e al Parlamento Europeo è come gli avvoltoi….certo il danno c’è. Ognuno deve fare autocritica e noi la stiamo facendo. Ma questa vicenda molto, molto grave riguarda alcune persone e non tutta la famiglia dei Socialdemocratici. Questa cosa ci ha offesi e umiliati: se è così devono pagare, è un’onta».