“I rapporti tra il sottoscritto e l’Udc sono ottimi. Al Senato il nostro gruppo si chiama Forza Italia-Udc, non penso che possano esserci delle riserve“. Così in un’intervista all’Italpress il senatore di Forza Italia Renato Schifani, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Siciliana, risponde a una domanda sulle dichiarazioni di ieri dell’Udc, con il segretario regionale Decio Terrana che aveva affermato: “Abbiamo bisogno di capire con gli alleati se i nostri voti possono dare un contributo alla vittoria“.
“Ricordo che la mia carriera politica è iniziata nel ’96, con il maggioritario, una legge elettorale che postulava l’esigenza di alleanze ampie ma che poggiavano su una piattaforma di valori condivisi – sottolinea Schifani –. Io nasco con la coalizione e quando ho svolto il ruolo di capogruppo di Forza Italia in Senato per sette anni mi sono sempre sforzato con il sostegno di Berlusconi di tenere uniti gli alleati. Ho sempre creduto nella coesione, e gli alleati possono contare su di me perché la coalizione la sento come mio modo di stare in politica. Darò pari dignità a tutti gli alleati perché li considero non solo alleati ma facenti parte di un progetto comune“.
L’ex presidente del Senato si dice fiducioso sulla coesione del centrodestra: “Non vedo problemi, è il nostro popolo che ci chiede unità. La nostra è un’alleanza politica, governiamo tantissime regioni e città, governeremo il Paese se vinceremo le elezioni. La nostra non è un’alleanza elettorale fatta solo per vincere, come l’Unione di Romano Prodi nel 2006. In quel caso abbiamo avuto poi gioco facile a fare cadere il governo, lavorando sulle contraddizioni di quella maggioranza troppo eterogenea“.
“A Roma non c’è più l’alleanza politica tra Pd e M5S, la caduta del governo Draghi ha provocato la rottura di un patto estremamente debole e sul quale Enrico Letta aveva punto molto. Dinanzi a quel tipo di rottura è inutile ribadire come il tentativo di questa coalizione siciliana, che comunque io rispetto, sa molto di alleanza di carattere elettorale e non politico – aggiunge –. Noi siamo pronti a confrontarci sulle idee, sui programmi e sui progetti che noi abbiamo ben chiari“.
“Il voto al Terzo Polo è il voto inutile, diciamolo chiaramente. A livello nazionale è una realtà costruita da poco ma finalizzata a superare lo sbarramento del tre per cento per avere una rappresentanza parlamentare. Sappiamo tutti che il Terzo Polo non ha i numeri per vincere le elezioni, lo sanno gli italiani, che sapranno scegliere tra voto utile e voto inutile“. Così il senatore di Forza Italia ha risposto ad una domanda sul Terzo Polo, che in Sicilia punta su Gaetano Armao, vicepresidente e assessore all’Economia della giunta Musumeci. “Su Armao preferisco tacere, francamente sono rimasto molto deluso però non voglio fare polemiche – aggiunge Schifani –. Per cinque anni è stato con noi, non si è mai misurato sul consenso, ha svolto un ruolo all’interno del Governo Musumeci per cinque anni, con il sostegno del partito. Ha fatto le sue scelte“.