Mala tempora currunt. Dopo i fischi ricevuti sul carro del Festino di Santa Rosalia, Roberto Lagalla continua a dover fare i conti con i mal di pancia della sua coalizione. La scorsa settimana erano arrivate richieste di un vertice di maggioranza da parte di due esponenti di Forza Italia. Ora però, oltre a dover sbloccare l’impasse che regna da fine aprile in Consiglio Comunale, adesso c’è da valutare anche lo scontro a distanza fra i componenti di Sala Martorana e i presidenti delle otto Circoscrizioni della città.
Il problema del mancato decentramento
Motivo del contendere, almeno all’apparenza, è la mancata attuazione del decentramento politico. Una manovra già vista in altre esperienze italiane, come ad esempio a Roma, necessaria a dare reale potere alle assemblee di quartiere. Ma da parte di Palazzo Comitini non c’è stata particolare attenzione al tema, almeno fino ad oggi. Fatto che ha portato gli otto presidenti delle Circoscrizioni palermitane a firmare, il 15 luglio, una lettera aperta nella quale veniva definita come “impalpabile” la delega affidata all’assessore di Fratelli d’Italia Dario Falzone.
Parole suonate come una sfida alle figure apicali del Comune di Palermo. Tanto che, nella giornata di ieri, è arrivato un chiarimento da parte dei firmatari. “Il professor Roberto Lagalla ha dimostrato la sua capacità in modo concreto – hanno dichiarato i presidenti di Circoscrizione -, sia negli ultimi tre anni di amministrazione, sia nel precedente incarico di assessore regionale“.
Sotto c’è dell’altro?
Poi però, nella stessa dichiarazione, è arrivato un affondo niente male ad alcuni consiglieri comunali. “Esprimiamo rammarico nei confronti di quei consiglieri comunali provenienti dalle circoscrizioni, molti disposti a mortificare il loro ruolo pur di portare avanti le istanze che spettano ai consiglieri di circoscrizione, i quali in passato hanno sostenuto queste battaglie e che oggi, pur consapevoli della loro importanza, sembrano opporre resistenza o mostrano totale disinteresse alla piena attuazione“.
Ed ecco che, fra le righe, emerge un problema nei rapporti fra Circoscrizioni e Consiglio comunale. Una mancata demarcazione di competenze. Un confine fra quella che dovrebbe essere l’attività di chi sta più alto nella scala gerarchica politica, che si dovrebbe occupare dei regolamenti e dei macro temi dell’intera città, rispetto a chi sta a contatto con il territorio. Ovvero di chi ogni giorno deve far fronte alle richieste dei cittadini più disparate. Dal cumulo di rifiuti non ritirato alle buche da tappare per strada. Insomma, il front office delle lamentele dei palermitani.
Le critiche dei mesi scorsi dal centrosinistra
Qualche mese fa, dalle opposizioni c’è stata una critica feroce rispetto al modus operandi di alcuni consiglieri comunali di maggioranza sul tema della manutenzione ordinaria. L’esponente di “Oso” Giulia Argiroffi arrivò a definire tali interventi dall’alto come “caviglie“. Un fatto che portò addirittura a due interrogazioni rivolte al sindaco Roberto Lagalla e ai suoi assessori.
Oggi gli affondi arrivano da destra
Ma oggi le critiche non arrivano dal centrosinistra. Sette presidenti su otto sono infatti di centrodestra. Un fatto che non è passato inosservato. Soprattutto agli occhi del presidente del Consiglio Comunale Giulio Tantillo. Il decano di Palazzo delle Aquile ha duramente criticato l’atteggiamento degli esponenti delle Circoscrizioni, sottolineando che “appare incomprensibile o volutamente trascurato il fatto che il decentramento costituisca un percorso complesso e di lungo periodo, avviato proprio da questo Consiglio Comunale. Processi di riorganizzazione e redistribuzione di competenze richiedono tempi fisiologici e un articolato confronto interistituzionale“.
Un film già visto in altre sedi
In altre parole, una parata e risposta tutta politica rivolta a chi ha preteso risposte immediate. D’altro canto, il confronto gerarchico nel centrodestra non risulta una novità. E’ un film già visto sia al Comune di Palermo che in ben altri canali. Come ad esempio durante il lungo cammino d’avvicinamento alle scorse elezioni provinciali. Mentre all’Ars tutti si dicevano favorevoli al ritorno al voto, in realtà in aula i disegni di legge sul tema sono stati ripetutamente affossati. Il tutto mentre, per anni, dai territori sono arrivate richieste ben chiare sulla necessità di dotare Città Metropolitane e Liberi Consorzi di organi eletti, seppur di secondo livello. Una questione che, come è noto, è stata risolta con il voto del 27 aprile, arrivato a oltre dieci anni dall’approvazione della riforma Delrio.
Comune di Palermo, lo stallo continua
Chiaramente il piano è diverso. Ma il livello della dialettica, con le dovute proporzioni, sembra simile. Polemiche che si aggiungono a quelle già presenti all’interno di una maggioranza che, guardando ai numeri d’aula, continua a presentare uno squilibrio di proporzioni all’interno della Giunta Comunale. Fatto che, seppur passato in secondo piano, rimane in cima all’agenda politica di qualche pezzo importante a sostegno della coalizione del sindaco. Un’altra settimana è passata. E in Consiglio Comunale l’impasse non è stato superato.