Nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’emissione di quattro ordinanze di custodia agli arresti domiciliari, si indaga sul ricorso contro il risultato delle elezioni suppletive del 2012 per l’Ars, presentato dall’attuale deputato regionale Pippo Gennuso.
Per i pm romani il deputato siciliano, dopo che perse le elezioni regionale del 2012, avrebbe trovato in un altro degli attuali arrestati, l’ex presidente del Consiglio di giustizia amministrativa siciliana Raffaele Maria De Lipsis, in cambio di una tangente di 30 mila euro, un alleato nel collegio che accolse il suo ricorso, ribaltando la sentenza di primo grado, facendo poi rivotare. E Gennuso in questo modo venne eletto.
Il tribunale amministrativo annullò quel risultato elettorale nel collegio di Siracusa perché, a causa di un allagamento che aveva danneggiato le schede elettorali, non si sarebbe potuto effettuare il riconteggio dei voti. Questo fatto avrebbe favorito Gennuso che venne rieletto alla nuova tornata. In cambio il giudice avrebbe, appunto, ottenuto 30 mila euro. Denaro che Gennuso avrebbe consegnato attraverso l’ex giudice della Corte di Conti, Luigi Pietro Maria Caruso.