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La situazione

Sicilia a secco: l’Autorità di Bacino attiva misure straordinarie per l’approvvigionamento idrico

venerdì 19 Settembre 2025
La Sicilia è alle prese con una delle crisi idriche più gravi della sua storia recente. Dopo mesi di scarse precipitazioni, temperature oltre la media e un progressivo esaurimento delle riserve, è stato dichiarato lo stato di emergenza idrica e l’Autorità di Bacino della Presidenza della Regione ha attivato modalità straordinarie per l’attingimento dell’acqua.
Il perdurare della crisi idrica sta interessando l’intero territorio regionale e per questo motivo si è reso necessario garantire l’approvvigionamento tramite interventi straordinari, sia per usi potabili sia per il comparto agricolo e zootecnico. E’ stata disposta infatti l’attivazione di modalità eccezionali di prelievo dai volumi residuali degli invasi, normalmente non utilizzabili in regime ordinario, al fine di fronteggiare la grave emergenza.

Bacini al minimo, allarme in tutte le Province

Le dighe siciliane tra cui quella di Piana degli Albanesi e Pozzillo, da Rosamarina a Ancipa sono ai minimi storici.
Nel mese di agosto, nello specifico, l’Ancipa ha raggiunto i 22,42 mmc. Il lago Arancio 5,83; il Castello 6,10; il Cimia 1,13; il Comunelli 0,00; il Disueli 0,00; il Don Sturzo 38,38; il Fanaco 3,30; il Furore 0,59; il Gammauta 0,10; il Garcia 15,67; il Gorgo 0,33; il Lentini 90,30; il Nicoletti 4,92; l’Olivo 3,54; il Paceco 1,98; il Piana degli Albanesi 9,16; il Piano del Leone 3,17; il Poma 22,65; il Pozillo 16,88; il Prizzi 3,43; il Ragoleto 7,23; il Rosamaria 21,03; il Rubino 1,91; il San Giovanni 5,68; il Santa Rosalia 11,55; lo Scalzano 5,78; lo Sciaguana 4,57, il Trinità 3,77 e il Zafferana 0,02.
In alcune aree dell’entroterra, come l’Ennese e il Nisseno, per sempio, l’approvvigionamento idrico è già stato razionato, con interruzioni programmate fino a 24 ore al giorno. Anche le riserve sotterranee sono in sofferenza, molti pozzi artesiani sono secchi o inutilizzabili a causa dell’intrusione salina.
Per questo motivo si adottano misure straordinarie per garantire almeno gli usi essenziali dell’acqua, quello potabile, sanitario e agricolo, sono prioritari.

Misure straordinarie attivate

L’Autorità di Bacino ha disposto una serie di interventi, in coordinamento con la Protezione Civile regionale, le Prefetture e i Consorzi di Bonifica.
Autorizzazioni eccezionali per la captazione da invasi secondari e fiumi minori, solitamente esclusi per motivi ambientali, riattivazione di vecchi pozzi e trivellazioni d’emergenza nelle aree agricole più colpite, potenziamento del trasporto con autobotti verso i comuni montani o periferici rimasti senza acqua potabile, riduzione delle portate irrigue, con priorità alle colture permanenti, accordi temporanei con i gestori degli impianti idroelettrici per rilasciare risorse idriche trattenute nei bacini artificiali.
Tra queste misure, per quanto riguarda il servizio idrico integrato, i gestori degli invasi e delle reti di distribuzione sono stati invitati ad adottare sistemi di prelievo delle risorse di superficie, anche utilizzando piattaforme galleggianti, e ad attivare procedure di monitoraggio e trasferimento della fauna ittica, con l’obiettivo di garantire l’utilizzo dei cosiddetti “volumi morti” e prevenire fenomeni di moria di pesci che potrebbero compromettere la qualità della risorsa destinata al consumo umano.
Parallelamente, nel settore agricolo e zootecnico, i Consorzi di bonifica della Sicilia orientale e occidentale sono stati autorizzati a predisporre analoghe modalità di attingimento straordinario, sempre con l’ausilio di sistemi galleggianti, in modo da consentire agli operatori del comparto di disporre delle residue risorse idriche ancora presenti negli invasi, pur al di sotto delle quote di presa ordinarie.
Già lo scorso anno misure di questo tipo erano state proposte, per la salvaguardia della fauna ittica.

Si leggeva in una nota della Regione: “La disposizione nasce dalla considerazione del progressivo svuotamento degli invasi che rende necessario l’utilizzo dei cosiddetti ‘volumi morti’, che però non può essere effettuato in presenza della fauna ittica che attualmente popola le dighe. Ecco perché, così come prevede la legge, è necessario il trasferimento, alla luce dell’innalzamento delle temperature che causa la morìa della fauna e determina quindi l’inutilizzabilità dell’acqua a fini potabili“.

L’Autorità di bacino chiedeva appunto ai gestori “di adeguare i propri sistemi di prelievo, utilizzando, se il caso, piattaforme galleggianti in grado di consentire l’utilizzo delle risorse idriche“.

Come funziona questo sistema?

I sistemi galleggianti per prelevare l’acqua dagli invasi, come il sistema di aspirazione galleggiante, funzionano utilizzando un filtro di aspirazione collegato a un meccanismo galleggianteQuesto dispositivo galleggia sull’acqua e, salendo e scendendo con il livello del liquido, assicura che il filtro aspiri sempre dalla zona più pulita della superficie, circa 10-20 cm sotto. 

In questo modo, si evitano particelle leggere, grassi e sedimenti pesanti, garantendo un’acqua più pura per le applicazioni successive e proteggendo la pompa da danni. 

Nelle dighe l’acqua si può prendere fino ad un determinato livello. Al di sotto di questo livello non è più possibile ordinariamente prelevare l’acqua. E’ come avere una vasca profonda un metro inserendo un tubo a 20 centimetri dal fondo. Fino a 20 centimetri riesco a prelevare l’acqua, sotto ne rimane un pochino, ma non sono in condizioni di poterla prendere, il cosiddetto ‘volume morto’ delle dighe. Che cosa faccio? E’ qui che arrivano in aiuto i galleggianti, che con un tubo volante preleva quest’acqua residua. Però facendo attenzione alla fauna ittica, evitare la moria di pesci.

Tali misure, condivise con la Cabina di regia regionale per l’emergenza idrica, il dipartimento dell’Acqua e dei rifiuti e quello dell’Agricoltura, si inseriscono in un quadro di azioni coordinate e necessarie a salvaguardare sia il fabbisogno potabile delle comunità sia la continuità produttiva delle aziende agricole e zootecniche, nel rispetto delle condizioni di sicurezza degli invasi e della funzionalità degli scarichi.
La crisi idrica in Sicilia, quindi, non è solo un problema contingente, ma il sintomo di una fragilità strutturale nel sistema di gestione della risorsa più preziosa. Le modalità straordinarie attivate dall’Autorità di Bacino rappresentano un primo passo per tamponare l’emergenza, ma il futuro dell’Isola dipenderà dalla capacità di investire in infrastrutture moderne, tecnologie di riuso e una nuova cultura dell’acqua.
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