Con un decreto presidenziale il governo regionale ha messo una pezza al problema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (msna) ospitati nelle comunità alloggio della regione. Una polveriera sociale che rischiava di esplodere da un momento all’altro. La situazione, infatti, si era fatta molto delicata a causa sempre di un decreto presidenziale, il 513 del 2016, che ridefiniva al ribasso gli standard economici per l’accoglienza degli msna, già inferiori rispetto ai minori italiani, e costringeva queste strutture a scegliere chi ospitare tra le due tipologie di utenti entro il 17 marzo scorso. Il provvedimento firmato dal presidente Nello Musumeci posticipa tale termine di altri 6 mesi.
“Esprimiamo apprezzamento per la decisione del presidente e dell’assessore Ippolito che ci permette di potere dare continuità alla significativa azione educativa-formativa dei minori senza discriminazione alcuna”, dichiara Emanuele Zammito, rappresentante del coordinamento regionale operatori assistenza minori Sicilia. “Una decisione – continua – che da una parte ridà serenità ai tanti operatori sociali siciliani che da mesi vivono in angoscia e preoccupazione per il rischio di una paventata interruzione di questo importante e delicato intervento sociale a supporto dei minori meno fortunati ed in condizione di forte disagio socio-culturale”.
La proroga, tuttavia, consente da un lato alle circa 500 comunità presenti in Sicilia di non mettere alla porta i 4 mila utenti stranieri ospitati e dall’altro alla Regione di prendere tempo per trovare una soluzione definitiva. “Auspichiamo adesso che il governo si attivi in tempi celeri per l’avvio del dichiarato gruppo di lavoro tecnico indispensabile per definire, in maniera stabile e duratura, modalità realmente efficienti ed efficaci che diano nuovo impulso operativo alle comunità alloggio per minori”.
Il Coordinamento chiede di rimuovere la discriminazione introdotta dal d.p. 513 del 2016 tra minori italiani e stranieri poichè “incompatibile con il diritto, la Carta costituzionale italiana e con la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza“. Inoltre, secondo il Croam occorre “avviare da subito un confronto col governo nazionale utile a prendere atto del fatto che la Sicilia accoglie circa la metà del flusso totale dei minori stranieri non accompagnati che giungono nel nostro Paese”.
“Ciò significa – spiega Zammito – che la previsione attualmente in atto di compartecipazione delle spese da parte di Regione e comuni si traduce in una condizione di assoluta iniquità, che vede la Regione siciliana e i comuni dell’isola assolutamente svantaggiati rispetto alle altre amministrazioni italiane in termini di impegno relativo a sostenere questa importante funzione di accoglienza. Questa, a nostro avviso, sarebbe il vero obiettivo da ricercare, esprimendo, al contempo, il coraggio e la rivalsa di un’intera Regione che da sola mantiene il peso dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati per l’intera Europa“.