A Sigonella (CT) è partita la prima missione del velivolo RQ-4D “Phoenix” dell‘Air force one. Il drone è partito e ritornato lo stesso giovedì 4 giugno.
L’intero sistema Ags del RQ-4D Phoenix è stato sviluppato su misura e adattato in modo univoco ai requisiti della NATO.
Il progetto Ags, a cui partecipano 15 diversi Paesi, compreso l’Italia, era stato avviato nel 2009, ma reso operativo solo da alcune settimane e la Nato lo considera di importanza “vitale” per le sue operazioni e missioni.
Lo scopo del Phoenix è quello di raccogliere immagini e informazioni per la sorveglianza dell’intera area del Mediterraneo, l’Africa e il Medio Oriente.
Non si sa quale sia stata la sua missione. potrebbe aver sorvolato il territorio libico dove, al momento, vi è un confronto armato. In atto, infatti, vi è una controffensiva delle forze armate fedeli al premier del governo di accordo nazionale libico Fayez al-Sarraj, sostenuto da Usa, Turchia, Italia e Quatar.
Il Velivolo, consegnato il 17 gennaio, per via della sua strumetazione, ha sicuramente raccolto importanti informazioni e immagini trasmesse in direttissima alla base della Nato di Sigonella.
Tutto questo è possibile grazie alla tecnologia MP-RTIP di cui è dotato. Un sistema radar multipiattaforma progettato dall’aeronautica statunitense con scansione elettronica attivo modulare. Questa tecnologia gli permette di localizzare veicoli terrestri a bassa velocità e missili da crociera a bassa quota. Inoltre, è in grado di fornire immagini ad alta risoluzione perché dotato di un sistema elettro-ottico a infrarossi, capace di penetrare attraverso le nuvole e le tempeste di sabbia a lungo raggio con capacità di stare più a lungo sull’area del bersaglio.
L’ RQ-4D dell‘Air force one può sorvegliare quasi 100 000 chilometri quadrati (40 000 miglia quadrate) di terreno al giorno, ossia può volare ad altissima quota per trenta ore consecutive coprendo 22 mila chilometri in una sola missione in condizioni ottimali..
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