L’ultimo giorno del mese di ottobre una circolazione depressionaria molto generosa ha investito la nostra Isola, tale da far passare da negativo a positivo il bilancio pluviometrico dell’intero mese. Una circolazione più generosa di quanto appariva promettere fino a pochi giorni prima, che ha prodotto piogge diffuse anche se, di nuovo, con forti differenze territoriali.
Come già sappiamo, secondo quanto viene fuori dai dati, il 2024 intero è stato il più arido, caratterizzato da temperature più alte e scarsità di piogge senza precedenti, confermando fino a questo momento questa tendenza. Il 2025 non è da meno. Il 2023, invece, il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica. Abbiamo visto nei mesi scorsi che gli invasi sono sempre più secchi e le ultime piogge non sono riuscite a riempirle, solo a marzo, per esempio si conta meno del 90% di acqua. Secondo i dati raccolti da Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), l’osservatorio risorse idriche, si tratta di un valore così basso che non si registrava addirittura dal 2010.
Le alte temperature hanno prosciugato gli invasi rendendo la situazione idrica sempre più problematica. E se consideriamo già la scarsa disponibilità di acqua, la nostra terra ha poche speranze di vedere un barlume di luce nei prossimi anni. Una crisi che sta cominciando a diventare strutturale. Se prima sapevamo che pioveva una certa quantità di acqua di pioggia, 700 millimetri circa, adesso il dato è variato, sceso fino a 400 millimetri d’acqua. Di conseguenza, una minore quantità di pioggia corrisponde a una minore quantità di acqua disponibile negli invasi artificiali, una minore ricarica di risorsa idrica e così via.
Nel mese di ottobre, nello specifico, l’Ancipa ha raggiunto i 15,56 mmc. Il lago Arancio 3,52; il Castello 4,40; il Cimia 0,93; il Comunelli 0,00; il Disueli 0,04; il Don Sturzo 29,68; il Fanaco 1,98; il Furore 0,53; il Gammauta 0,09; il Garcia 8,33; il Gorgo 0,26; il Lentini 82,42; il Nicoletti 4,58; l’Olivo 2,76; il Paceco 1,57; il Piana degli Albanesi 7,02; il Piano del Leone 2,55; il Poma 17,94; il Pozillo 2,69; il Prizzi 1,37; il Ragoleto 4,91; il Rosamaria 18,02; il Rubino 1,09; il San Giovanni 3,98; il Santa Rosalia 9,72; lo Scalzano 4,74; lo Sciaguana 4,16, il Trinità 3,60 e il Zafferana 0,01.
Dalla prima decade del mese di settembre (clicca qui) vi è poco da riportare, se non che una lieve instabilità, non una vera perturbazione, per l’arrivo di un flusso atlantico fresco giorno 3, responsabile di piogge sparse. Più significativo è stato invece il passaggio della coda di una perturbazione atlantica che tra 10 e 11 che ha prodotto sulla fascia tirrenica occidentale anche eventi intensi, tra cui un nubifragio ad Alcamo la sera del giorno 10, con effetti al suolo nel tessuto urbano che hanno lasciato presupporre accumuli localmente superiori ai 30-40 mm registrati dalle stazioni meteo più vicine, grazie probabilmente anche agli effetti orografici determinati dal Monte Bonifato.
Dopo una seconda decade dominata dall’alta pressione con pochi isolati fenomeni ad evoluzione diurna, la terza decade di settembre aveva visto invece eventi più significativi prodotti da due circolazioni depressionarie che hanno interessato l’isola con passaggi piuttosto veloci, ma in grado di produrre localmente eventi di una certa intensità, la prima tra il 23 e il 24, la seconda il giorno 27.
La caratteristica di questi eventi è stata quella di interessare in entrambi i casi quasi l’intero territorio regionale, producendo tuttavia le piogge più significative sul settore meridionale e sul Trapanese grazie a nuclei instabili formatisi per lo più sul Tirreno occidentale o sullo Stretto di Sicilia, che nella loro evoluzione si sono indeboliti nel loro spostamento verso Nord-Est. Anche per questo motivo gli accumuli a fine mese risultano largamente deficitari sul settore ionico e sul settore tirrenico orientale.
Ma cosa è successo nel mese di ottobre?
La fasi perturbate sono state principalmente tre. A inizio mese, a metà, poi alla fine, con una netta prevalenza di configurazioni caratterizzate da circolazioni attivate da bassa pressione in quota, quindi da un’evoluzione molto rapida, fenomeni distribuiti in modo irregolare sul territorio, locali nubifragi di intensità estrema anche se su aree relativamente limitate.
Per lo stesso motivo, diverse aree interne hanno cumulato quantitativi di pioggia modesti a causa della breve durata degli eventi, più intensi e consistenti sulle fasce costiere. La precipitazione media mensile regionale in base ai dati della rete SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano) risulta pari a 98,7 mm, di 14 mm superiore alla norma del periodo 2003-2022.
Il numero medio di giorni piovosi, pari a 7,8. è anch’esso lievemente superiore al valore normale pari a 7,5.
Le stazioni di Paternò (Catania) e Lentini (Siracusa) hanno registrato il numero minimo, ovvero 3, di giorni piovosi, mentre il numero massimo, ben 17, è stato registrato dalla stazione Cesarò Monte Soro a Messina, che ha registrato anche il massimo accumulo mensile con 246,8 mm. Il massimo accumulo giornaliero di 83,4 è stato registrato invece dalla stazione Siracusa il giorno 31, nel quadro di un evento che ha fatto registrare 102 mm in sole 6 ore tra 30 e 31.
La più fitta rete Drpc ha registrato nel mese numerosi eventi nettamente più consistenti ed intensi anche se molto localizzati, accompagnati da inevitabili fenomeni di allagamento e di dissesto. Il 15 ottobre la stazione DRPC di Forza D’Agrò (Messina) ha totalizzato 205 mm in 24 ore, di cui 110,2 mm in 1 ora; il 16 a Letoianni (Messina) 101,2 mm in 6 ore, di cui 80,1 mm in 1 ora; il 31 a Priolo (Siracusa) 212 mm in 3 ore, di cui 108 mm in 1 ora; lo stesso giorno la stazione Palermo Partanna ha cumulato 121 mm in 3 ore, di cui 81,5 mm in 1 ora.
Tuttavia l’evento dall’impatto più grave, che ha causato una vittima a Favara giorno 1, si è verificato invece lontano da stazioni funzionanti, anche se gli effetti al suolo osservati permettono di affermare che l’intensità è stata elevata e certamente superiore alla soglia di nubifragio (intensità > 30 mm/h).
Al termine del mese si è osservato come il settore occidentale dell’Isola sia stato mediamente più piovoso di quello orientale, dove, in particolare, buona parte delle province di Enna, Catania e la parte orientale della provincia di Messina hanno ricevuto piogge inferiori alla media di ottobre.
I bilanci pluviometrici di medio periodo continuano a manifestare un quadro molto differenziato da zona a zona, con un progressivo riassorbimento dei deficit sui 12 mesi, non sufficiente però a determinare quei surplus necessari per riattivare deflussi significativi nel reticolo idrografico. Le aree in surplus risultano peraltro ubicate principalmente sulle fasce costiere, dove l’accumulo di riserve è poco praticabile.
Finora i passaggi perturbati seguiti da periodi soleggiati e asciutti hanno avuto scarso impatto sulle riserve degli invasi, ma gradualmente, con l’abbassamento delle temperature, diminuiranno i fenomeni di evaporazione ed i suoli arriveranno più facilmente a saturazione, consentendo il rilascio nei corsi d’acqua di volumi più significativi.