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In questo primo tiepido weekend di primavera anche il Teatro Andromeda ha dato il benvenuto alla nuova stagione. Ieri pomeriggio infatti, sui monti di Santo Stefano Quisquina (AG), in tanti hanno animato il teatro di pietra en plain air più alto d’Europa e celebrato il risveglio della natura.
Ben 108 persone (soprattutto giovani), accolte con delle focaccine aromatizzate e vino Sangiovese, hanno così preso posto tra i doppi cubi di pietra sparsi simbolicamente davanti al proscenio, e che visti dall’alto formano stelle a otto punte. Nasi all’insù e rivolti a un nuovo sole, in una perfetta simbiosi tra cielo e terra, sulle note di brani di musica classica. In un flusso di energia bucolica, qualcuno ha meditato, qualcuno passeggiato, ed ancora qualcuno ha preso carta e penna per scrivere un pensiero, da bruciare in un apposito braciere o da custodire tra le mura del teatro.
Spazio anche per una piccola improvvisazione che ha visto protagonisti Libero Reina, figlio del pastore-scultore Lorenzo Reina, autore di questo capolavoro architettonico “sospeso” nel cuore della Sicilia, e Ginevra Gilli, giovane arpista e cantante. Insieme hanno allietato i presenti cantando Creep dei Radiohead, e l’eterna Hallelujah: da una parte un inno alla luce, nonostante le ombre che ognuno di noi si porta dentro, dall’altra una preghiera di gioia.
L’equinozio di Primavera è stato un evento rivelatosi sold out nel giro di pochi giorni (l’ennesimo) e per cui lo stesso Lorenzo Reina si è mostrato compiaciuto. “Oggi mi porto il ricordo di tutta questa gente, che non conoscevo; – ha commentato – non ho incontrato le loro facce, bensì le loro anime e da queste mi sono lasciato trasportare. Riconosco in tutti il comune desiderio di un luogo dove le guerre e il dolore della nostra terra sembrano lontanissime”.
Realizzato nel corso di circa trent’anni, il Teatro Andromeda nella sua essenzialità non smette di attirare gli occhi del mondo; un mondo inedito, inusuale, e su cui l’artista aggiunge: “Quando ricevo telefonate o richieste di un certo livello, come accaduto in quest’ultimi giorni, avverto quasi un senso di smarrimento. Sono abituato alla mia solitudine, ai miei ritmi, e vengo trascinato in un mondo che non mi appartiene, e che al tempo stesso non pensavo di poter raggiungere.” Quello di Reina è un esempio di volontà e di libertà, così come il suo teatro, un’opera d’arte che è andata oltre la materia, tassello pregiato di un belvedere naturale incantevole.
Altre iniziative animeranno l’Andromeda nel corso delle prossime settimane, tra concerti e spettacoli teatrali, e nuovi lavori stanno già prendendo forma nella fattoria dell’artista autodidatta, come la Stanza della madre, un progetto dedicato per l’appunto alla madre (anche in senso universale).