Il panorama delle startup innovative italiane sta attraversando una fase di trasformazione, tra consolidamento e nuove opportunità, con il Sud Italia e la Sicilia che emergono come territori di un crescente dinamismo.
I dati più recenti, raccolti da Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne, raccontano una storia di resilienza e progresso, in cui il Mezzogiorno si distingue per vitalità imprenditoriale, innovazione e capacità di attrarre investimenti, malgrado le difficoltà strutturali.
Nel complesso, il numero delle startup innovative in Italia è più che raddoppiato dal 2016, passando da circa 5.700 a oltre 12.000.
Questo dato colloca il nostro Paese al quarto posto in Europa, dietro Germania, Francia e Paesi Bassi e al al ventottesimo posto nel Global Startup Ecosystem Index 2024.
Il Sud e la Sicilia al centro della crescita
Con 3.702 startup, il Sud Italia rappresenta il 26% del totale nazionale, una quota che evidenzia la forza e il potenziale delle regioni meridionali.
Tra queste, la Sicilia si distingue con 714 startup, un dato significativo che sottolinea come l’isola stia diventando un hub di innovazione, capace di sviluppare progetti di alto valore tecnologico.
In particolare, la crescita nel Mezzogiorno è trainata dai settori dei servizi ad alta intensità di conoscenza e dalla manifattura low-tech, entrambi centrali per sostenere la transizione digitale ed ecologica.
Questo sviluppo è accompagnato da iniziative locali, come il “Bravo Innovation Hub”, che in Sicilia offre supporto concreto a startup innovative attraverso mentoring e finanziamenti mirati.
Performance economiche superiori alle medie nazionali
Le startup innovative dimostrano performance economiche superiori rispetto alle loro controparti non innovative.
Tra il 2021 e il 2023, i ricavi delle prime sono cresciuti del 137%, contro il 95,5% delle seconde. Anche la produttività del lavoro è aumentata (+64,1% contro +34,4%), così come il numero di dipendenti (+48,5% contro +26,4%).
Nel Mezzogiorno, queste tendenze sono particolarmente rilevanti. Le startup locali, pur partendo spesso con capitali limitati – il 59% dispone di un capitale sociale inferiore a 10.000 euro – mostrano una propensione significativa ad investire in asset intangibili come ricerca, sviluppo e software.
Tra il 2021 e il 2023, il valore degli intangibili è aumentato del 108,5% nelle startup innovative, a fronte di un incremento del 33% nelle non innovative.
Brevetti e tecnologie strategiche
Un altro aspetto distintivo delle startup innovative è la loro capacità di brevettare tecnologie avanzate. Al 2024, il 4,1% delle startup italiane ha ottenuto almeno un brevetto a livello internazionale, contro l’1,9% delle non innovative.
In totale, 497 startup sono titolari di brevetti internazionali, di cui quasi una su tre si concentra su tecnologie strategiche come intelligenza artificiale, robotica e tecnologie Net-Zero.
Queste tecnologie rappresentano un elemento chiave per affrontare le questioni legate alla transizione ecologica e digitale o a settori tradizionali come l’agricoltura, che in particolare nel Sud Italia e in Sicilia, rappresentano una leva fondamentale per attrarre investimenti e accelerare lo sviluppo economico.
Distribuzione geografica e trasformazione settoriale
Il dinamismo del Mezzogiorno si riflette anche nella crescita regionale: le startup in Campania, Sicilia e Puglia stanno mostrando un’espansione significativa.
In Sicilia, progetti innovativi come MUV – una piattaforma digitale che promuove la mobilità sostenibile riducendo le emissioni di CO₂ – testimoniano come le startup locali possano coniugare innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale.
A livello nazionale, l’82,8% delle startup innovative opera nei servizi, con un focus particolare sui settori ad alta intensità di conoscenza, mentre la manifattura low-tech rappresenta un altro segmento rilevante.
Tuttavia, settori più tradizionali come agricoltura e pesca rimangono marginali, evidenziando la necessità di diversificare ulteriormente le aree di intervento.
Un ecosistema giovane e inclusivo
Le startup innovative continuano a essere caratterizzate da un’impronta giovanile: il 16,9% è guidato da imprenditori under 35, una percentuale doppia rispetto alla media delle imprese italiane.
Anche se questa quota è diminuita negli ultimi anni (-4,6 punti percentuali dal 2016), sono aumentate le startup femminili (+0,6 punti) e quelle guidate da stranieri (+1,4 punti).
Nel Sud e in Sicilia, l’imprenditorialità giovanile e femminile rappresenta un elemento distintivo, spesso legato a progetti che mirano a migliorare la qualità della vita delle comunità locali.
Questo aspetto rende il Mezzogiorno un laboratorio per sperimentare modelli di innovazione sociale e tecnologica.
L’Italia nel contesto globale
Nonostante i progressi, l’Italia si colloca al 28° posto nel Global Startup Ecosystem Index 2024, lontana dai leader globali come Stati Uniti, Regno Unito e Israele.
A livello europeo, il Paese è al 4° posto per numero di startup innovative, ma il divario con Francia e Germania rimane ampio.
In numeri assoluti, guidano la classifica Francia e Germania (oltre 23mila startup innovativa l’una), poi i Paesi Bassi. Le startup innovative italiane, (12.133) costituiscono circa il 9% delle startup europee.
Per colmare questo gap, è fondamentale rafforzare i collegamenti tra le startup italiane e gli ecosistemi internazionali, favorendo lo scambio di conoscenze e l’accesso a mercati più ampi.
Il Sud Italia e la Sicilia, con il loro potenziale in settori strategici, potrebbero giocare un ruolo cruciale in questo processo.
Scale-up e futuro delle startup
Tra il 2019 e il 2023, il 6,6% delle startup italiane ha raggiunto la fase di scale-up, superando un milione di euro di fatturato o capitale sociale. Questo tasso sale al 12,6% tra le startup con brevetti in tecnologie strategiche, evidenziando l’importanza dell’innovazione per scalare a livello internazionale.
Una scale-up può essere definita come una startup ad alto valore innovativo che attraversa una fase di crescita in termini di dimensioni, fatturato e investimenti e che si sta espandendo all’estero tramite partnership strategiche con grandi aziende.
Per sostenere ulteriormente la crescita delle startup, il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, ha sottolineato la necessità di attrarre più operatori specializzati e di stimolare una maggiore domanda di capitale da parte degli imprenditori.
“Occorre continuare a sostenere la crescita della finanza innovativa, – evidenzia il presidente di Unioncamere, Andrea Prete – da una parte attraendo più operatori specializzati che possano catalizzare l’offerta di capitale per le imprese, che potenzialmente è significativa vista l’enorme massa di liquidità ancora depositata nei conti correnti bancari, dall’altra stimolando la domanda da parte degli imprenditori”.
“La crescita e il rafforzamento di queste imprese sono essenziali per far sì che l’economia e l’innovazione italiana tenga il passo con l’Europa e con il resto del mondo. – sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli – Le 12mila start up esistenti al momento pongono l’Italia al quarto posto in Europa.
Il settore delle startup innovative italiane si trova a un punto di svolta. Il Mezzogiorno e la Sicilia, in particolare, stanno dimostrando che è possibile creare un ecosistema dinamico e competitivo anche in contesti tradizionalmente considerati più complessi.
Investire in infrastrutture digitali, formazione e politiche di sostegno potrebbe accelerare questa trasformazione, rendendo i territori protagonisti di una nuova stagione di crescita e innovazione, facendo da traino in Italia e creando un’opportunità unica per consolidare la propria posizione a livello europeo e globale nel futuro.
Fonte dati: Report Start up innovative -Unioncamere