Nobiltà, motori, e purtroppo anche incidenti. Quella annullata oggi dopo l’incidente durante la terza ‘speciale’ in cui sono morte due persone, era l’edizione n.101 della Targa Florio. Questa è la competizione automobilistica più antica del mondo, inventata nel 1906 da quell’ingegner Vincenzo Florio che le ha dato il nome, e da coloro che le seguono con passione da decenni viene chiamata semplicemente “la Cursa“.
Si è fermata solo in occasione delle guerre mondiali, e anche in passato è stata teatro d’incidenti come quello in cui perse la vita a nel 1926 il Conte Giulio Masetti a Sclafani Bagni , vincitore della prova siciliana cinque anni prima, o in tempi più recenti nel 2012 quando a Cefalù morì il navigatore della Peugeot Gareth Edwards.
Il primo incidente mortale della corsa più vecchia del mondo, inaugurata da Vincenzo Florio nel 1906, coinvolse il conte Giulio Masetti, che nel 1926 perse la vita sulla sua Delage. Nel 1934 mori’ Giovanni Alloatti, in gara con una Bugatti Type 51. Nel 1958 perse la vita, durante le prove, il pilota piemontese Sergio Der Stepanian, su Ferrari Berlinetta 250. E sempre in prova morirono nel ’71 Fulvio Tandoi, su Alpine Renault A110, e nel ’73 l’inglese Charles Blyth, su Lancia Fulvia HF.
Prima dell’incidente mortale accaduto oggi, la Targa Florio provocò un altro morto nell’edizione numero 96, il 16 giugno 2012, quando perse la vita il navigatore gallese Gareth Roberts, 24 anni, di Camerthen, che correva su una Peugeot 207 in coppia con Craig Breen, irlandese di Waterford, rimasto illeso. L’incidente avvenne in contrada Campella, alla prima prova speciale della seconda giornata di gara, da Gratteri a Gibilmanna. A metà del tracciato di 18 chilometri, l’auto si schiantò contro l’estremità di un guard rail, che finì nell’abitacolo come una lama, colpendo in pieno il navigatore.
Anche in quel caso la gara fu annullata. Nell’85 un altro pilota, Sandro Picone, perse la vita alla Targa Florio, quella volta avvelenato dai gas di scarico accumulati dentro l’abitacolo per un guasto. Nel ’91, invece, uno spettatore era morto, investito da un’auto; altri due avevano perso la vita il 15 maggio ’77, quando la Osella PA5 del pilota abruzzese Gabriele Ciuti finì fuori strada lungo il rettilineo di Buonfornello, durante una gara di velocità sul tradizionale circuito di 72 chilometri.
La Targa di quest’anno, organizzato da AC Palermo con il supporto dell’Automobile Club d’Italia e con 180 km. di prove speciali, prevedeva quattro categorie, con relative classifiche: Campionato Italiano Rally (41 iscritti, fra i quali il 9 volte campione italiano Paolo Andreucci), Campionato Italiano Historic Rally, Targa Florio Classic e Ferrari Tribute. Partenza e traguardo finale nel cuore di Palermo, prove speciali sulle Madonie per i rally, mentre per gli equipaggi della Classic e delle Ferrari era previsto che si spingessero fino a Taormina.
Caratteristica della Targa Florio, che in passato è stata corsa da vetture della categoria Prototipi, è sempre stata vissuta dalla Sicilia con orgoglio e passione, è il suono dei motori che ‘riempiono‘ i paesaggi madoniti nel segno di sfide spettacolari che hanno fatto la storia di questa competizione.
Fra i successi si ricordano quello di Umberto Maglioli, nella foto accanto di Pucci Scafidi, premiato dopo la vittoria della Targa nel 1956 dall’allora Madrina Armida Samonà Allegra.
La ‘Cursa‘ è sempre rimasta una sfida su un percorso selettivo e difficile e proprio per questo amato dai piloti. Nel passato recente hanno vinto per cinque volte Cunico e per quattro Cerrato, mentre indimenticabili per i siciliani rimangono i tre successi del ‘preside volante‘ Nino Vaccarella (nel 1965 vinse in coppia con Lorenzo Bandini) e le sue sfide con Ignazio Giunti e Jo Siffert. Ma nell’albo d’oro ci sono anche nomi del calibro di Nuvolari, Maglioli (premiato nella foto a lato) Masetti, Villoresi, Taruffi, Von Trip e Merzario, e questo fa capire perché in Sicilia questa competizione sia così tanto amata.